La SIAARTI, la Società Scientifica di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva, ha emanato delle Raccomandazioni di etica clinica dirette agli operatori correlate all’emergenza creata dal Covid-19 (SIAARTI – Covid19).
In nome della “straordinarietà della situazione” e della possibile insufficienza dei posti-letto, si propone brutalmente di non permettere l’ingresso in Terapia Intensiva di anziani affetti dal virus, soprattutto se già portatori di altre patologie o in condizioni precarie, nonché di interrompere la Terapia intensiva in atto nei loro confronti, anche se ancora utile; azioni da porre in essere anche in presenza di altri posti-letto disponibili, per riservarli ad eventuali altri pazienti più giovani.
I criteri sono quelli di “giustizia distributiva” e di “appropriata allocazione delle risorse sanitarie limitate”: occorre la “massimizzazione dei benefici per il maggior numero di persone”, per cui è opportuno “riservare risorse ha chi ha più probabilità di sopravvivenza e a chi può avere più anni di vita salvata”. Insomma: curare gli anziani con la Terapia Intensiva costa troppo e non vale la pena (tanto dovrebbero morire dopo pochi anni…).
1. Sgombriamo il campo dalla giustificazione della emergenza: viene proposto un criterio che “riguarda tutti i pazienti intensivi, non soltanto quelli affetti da Covid-19”.
È una soluzione utile per tutti i casi di budget sanitario limitato: non curare al meglio chi ne ha necessità attuale ma, piuttosto, negare preventivamente agli anziani le terapie migliori.
Uno strumento duttile: non è indicata l’età limite per accedere alla Terapia Intensiva, cosicché – a seconda del budget sanitario disponibile – questo limite potrà salire o scendere.
Tutto questo dovrebbe avvenire a prescindere dalla volontà del paziente e dalla sua volontà di essere curato nel migliore modo possibile, anche con la Terapia Intensiva.
2. Come stupirsi? Abbiamo capito benissimo che l’enfatizzazione del consenso informato e l’esaltazione dell’autodeterminazione di ciascuno, fino al suicidio, sono “specchietti per le allodole” per nascondere la realtà opposta: l’eutanasia non consensuale delle persone che appartengono alle categorie dei soggetti “inutili”, malati, anziani, disabili.
La legge 219 del 2017 non a caso, permette ai rappresentanti legali di rifiutare le terapie salvavita sui minori e incapaci.
Chi ha scritto queste Raccomandazioni ha il merito di avere posto la questione esplicitamente: gli anziani e le persone fragili “valgono” meno dei più giovani e più sani, tanto che non “vale la pena” di curarli efficacemente e salvare loro la vita; poiché le risorse sono limitate, non possono essere utilizzate per questi anziani “testardi” che non hanno ancora capito quando è il momento di farsi da parte …
3. Il Comitato Verità e Vita denuncia questo nuovo passo verso l’eutanasia legale, esercitata direttamente dai medici sulla base di criteri di valore dagli stessi decisi.
La morte per mancata sottoposizione alla Terapia Intensiva necessaria e disponibile dovrà essere addebitata come omicidio.
Non sono i medici a decidere se “vale la pena” curare una persona! L’obbligo di curare è assoluto! La società si interroghi sulla china che abbiamo preso e sugli effetti di avere negato il valore di ogni vita dal concepimento fino alla morte naturale.
fonte: https://comitatoveritaevita.it/un-altro-passo-verso-leutanasia-legale-gli-anziani-non-si-ammalino-di-coronavirus/
Sullo stesso tema e a completamento di quanto sostiene V&V si veda: “USA, La lobby dei suicidi assistiti sta usando il coronavirus per promuovere i suicidi assistiti tramite la telesalute“, in https://www.sabinopaciolla.com/usa-la-lobby-dei-suicidi-assistiti-sta-usando-il-coronavirus-per-promuovere-i-suicidi-assistiti-tramite-la-telesalute/
Orrore!!! Siamo peggio dei nazisti!
È inutile manifestare sdegno , non ci sono parole sufficienti per farlo, una coscienza collettiva addormentata non di scuoterà ed ognuno si illudera’ che non capiterà a lui, bisogna che affiggere sui reparti o su internet i nomi dei camici bianchi che hanno gestito il proprio congiunto malato, ed intanto silenziare la canaglia radicale. Se hanno sospeso le nostre libertà, noi possiamo anche sospendere la libertà di parola dei nichilisti, si passi ai fatti dunque.