Contro la viltà dell’Occidente
Erano in 100 mila lo scorso 20 gennaio, a Washington, coloro, soprattutto giovani e famiglie, che hanno sfidato il gelo e le rigide temperature di questi giorni, per partecipare all’ormai tradizionale Marcia per la Vita, giunta alla sua cinquantesima edizione ed avente per tema «Prossimo obiettivo: marciare verso un’America post-Roe».
Erano presenti anche diversi esponenti politici, tra i quali il procuratore generale del Mississippi, colui che ha condotto la causa Dobbs vs. Jackson ovvero il grimaldello per scardinare la sentenza Roe vs. Wade, la cui fine, a cinquant’anni dal suo varo, è stata sancita lo scorso giugno dall’Alta Corte, che ha di nuovo permesso così ai singoli Stati americani di tutelare la vita dei bambini non ancora nati.
Ed anche questo è stato uno dei motivi di entusiasmo tra gli aderenti alla Marcia, conclusasi quest’anno dinanzi al Campidoglio, proprio per chiedere ai due rami del Congresso, ora che hanno il potere di farlo, di ripristinare le tutele a favore dei bimbi nel grembo materno.
In particolare, i riflettori sono puntati sulla battaglia legislativa, per cancellare i finanziamenti pubblici erogati a Planned Parenthood, già eliminati dall’allora presidente Trump, ma ripristinati purtroppo con l’amministrazione Biden. Un altro obiettivo consiste nel bloccare il tentativo posto in essere dal Partito Democratico di codificare l’aborto come un “diritto”.
Secondo le ricerche condotte dall’associazione National Right to Life, il numero dei piccoli eliminati nel grembo materno dopo la sentenza Roe vs. Wade ammonterebbe a 64,4 milioni. Un’autentica ecatombe.
Ad oggi, però, ben 14 Stati americani hanno varato leggi più restrittive, tali da limitare o vietare l’aborto ed altri potrebbero farlo nel corso del 2023. Leggi, che hanno già salvato decine di migliaia di vite umane.
Ora che le conquiste per la vita in campo normativo si sono maggiormente consolidate, il popolo pro-life americano è deciso a puntare tutto sull’educazione, perché già nelle scuole si insegni, sin dai primi anni, il rispetto della vita umana. La cronaca, infatti, insegna a tenere alta la guardia.
Iniziative come la Marcia per la Vita statunitense sono un esempio per un Occidente ancora troppo vile e tiepido in materia, con governi che potrebbero cancellare l’aborto ed ancora non lo fanno, benché la richiesta, forte, giunga dai loro stessi elettori (o almeno da quelli che oggi sono tali)…
Un triste esempio, in tal senso, giunge dal Regno Unito, dove un uomo, Adam Smith-Connor, un veterano militare, è stato sanzionato dagli agenti di Polizia Locale solo per aver pregato in silenzio sul pubblico marciapiede dinanzi alla clinica di Ophir Road, a Bournemouth, là dove suo figlio è stato abortito 22 anni. È la seconda volta nel giro di un mese, che si verifica nel Paese questo autentico oltraggio al buon senso, al rispetto del dolore di un padre ed al principio fondamentale ed universale della libertà religiosa. Ciò, in applicazione del cosiddetto «Ordine di protezione degli spazi pubblici», che dal 13 ottobre scorso impone una zona-cuscinetto o di censura, dinanzi alle strutture ove si pratichino gli aborti, zone in cui è vietato in qualsiasi modo manifestare approvazione o disapprovazione verso l’aborto, preghiere comprese.
L’organizzazione inglese ADF-Alliance Defending Freedom ha ingaggiato una squadra di avvocati per contestare la multa ingiustamente e crudelmente inflitta a Smith-Connor. Che, piangendo il figlio perso, piange anche il rimorso, di cui è vittima, da quando, 22 anni fa, lui accompagnò la sua ex-fidanzata ad abortire, pagandole l’intervento. «Le conseguenze delle mie azioni di quel giorno – ha ricordato l’uomo – tornarono per perseguitarmi anni dopo, quando mi sono reso conto di aver perso per esse mio figlio Jacob. Per lui, per gli altri bambini abortiti, per le loro famiglie, per il personale delle cliniche abortiste, ho pregato Dio. Non avrei mai immaginato di rischiar di avere precedenti penali per aver pregato in silenzio».
È questo il volto intollerante e senza cuore del totalitarismo abortista. Di fronte a questi eventi, anche tanti politici dovrebbero riflettere sulle conseguenze derivanti dal varo di certe leggi e dalla bocciatura di altre.