La galassia LGBT ha scatenato una campagna diffamatoria verso la Scuola Parentale San Pancrazio di Alzano Laziale (1).
L’“istruzione parentale” è ammessa dallo Stato per quei «genitori che intendono provvedere in proprio all’istruzione di minori». Gli studi compiuti sono considerati validi superando «un esame di idoneità all’anno scolastico successivo» presso una scuola di Stato (2).
Le accuse delle lobbies LGBT sono di voler «formare veri uomini», di «prevedere l’obbligo di indossare la divisa. Niente gel, strass o Jeans. Per i maschi c’è camicia e pullover, per le femmine camicia e gonna», di vietare l’iscrizione agli omosessuali, di combattere «il liberalismo laicista, l’indifferentismo religioso, la teoria del gender, la pornografia, l’uso di droghe» (3).
Insomma, un baluardo educativo, direbbe il comune sentire della maggioranza degli italiani. Per chi è cattolico, poi, la S. Pancrazio è un piccolo paradiso dove «tutto l’ambiente profuma di dottrina cristiana, dei suoi principî, della sua morale, delle sue esigenze come anche delle sue ricchezze spirituali» (4).
Cerchiamo allora di capire perché le lobbies LGBT hanno preso di mira proprio questa scuola, dopo ben cinque anni che è attiva.
Non si tratta solo di un attacco alla scuola cattolica, perché la S. Pancrazio è ospitata in locali della chiesa di Lefebvre, rispetto la quale Benedetto XVI chiarì che «non si può congelare l’autorità magisteriale della Chiesa all’anno 1962» (dogma dell’indefettibilità o “invicta stabilitas”) e che «i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa» (5). Questo distacco dalla Chiesa Cattolica vige anche oggi, benché Papa Francesco abbia sempre mostrato una curiosa simpatia per questa chiesa “parallela” (6).
Si tratta di un attacco alla libertà di tutti, in particolare alla libertà di educazione, come dimostrano le richieste della “chiesa LGBT”: «chiediamo al neo Ministro Fioramonti di avviare una verifica su quanto accade alla scuola San Pancrazio, e prendere gli opportuni provvedimenti» (7).
Su cosa verterà questa verifica, lo spiega il Sindaco di Albano Laziale: «i valori che ci contraddistinguono come società laica e democratica, facendo prevalere il pensiero progressista su quello oscurantista» (8).
Un “caso” inventato per colpire tutte le scuole parentali? L’istruzione parentale si basa sull’art. 33 della Costituzione («enti e privati hanno il diritto di istituire scuole») che, tuttavia, viene applicato in base al D.Lgs.62/2017 (9). Basta un altro Decreto Legislativo per modificare il precedente e prevedere nuovi obblighi e imposizioni per l’istruzione parentale, talvolta senza passare dal Parlamento.
L’errore della S. Pancrazio è pensare che il nemico sia soltanto il liberalismo, come se vivessimo ai tempi di Giolitti e S. Pio X.
Nossignori, l’avversario è un nuovo socialismo: lo Stato domina ogni aspetto della vita delle persone. Il totalitarismo educativo – certamente presente nell’Ottocento – cresce vertiginosamente dal 1963 con la scuola media unica.
I preti della S. Pancrazio, immaginando di agire in un mondo liberale, si son presentati come «la scuola cattolica che combatte l’effeminatezza» (10): che volpi!
L’ultimo pensiero va ai poveri ragazzi della S. Pancrazio e ai loro genitori, che alla fine di quest’anno scolastico dovranno sostenere l’ “esame di idoneità” in una scuola statale locale: è fin troppo facile immaginare la “materia” su cui saranno interrogati.
NOTE
(1) Cfr. https://scuolaparentalesanpancrazio.it/chi-siamo/
(2) Cfr. https://www.miur.gov.it/istruzione-parentale
(4) Cfr. nota 1.
(6) Cfr. http://www.totustuus.it/una-riserva-indiana-per-i-tradizionalisti/
(8) Cfr. https://www.controluce.it/notizie/nota-del-sindaco-su-scuola-parentale-ed-educazione/
(10) Cfr. https://www.nonegrindr.it/2019/09/04/scuola-cattolica-contro-effeminatezza/