L’obiettivo di questa pagina è orientare le persone in difficoltà per una decisione esponendo in modo sintetico i risultati delle ricerche scientifiche su queste tematiche. Per una trattazione dettagliata rimandiamo ai siti e alle pubblicazioni specializzate.
Qui diamo le indicazioni base sulle quali ciascuno poi costruisce la propria conoscenza.
Vi sono due tipi di farmaci, commercializzati in Italia, che rientrano in questa categoria:
Il Norlevo® o Levonelle® o Lonel® (principio attivo: levonorgestrel), comunemente chiamato pillola del giorno dopo.
L’EllaOne® (principio attivo: ulipristal acetato), comunemente chiamato pillola dei 5 giorni dopo. Il suo principio attivo è un derivato del Mifepristone (commercializzato come Mifegyne® e meglio conosciuto come RU486).
Bisogna inoltre conteggiare un certo numero di farmaci abortivi “non-ufficiali” ossia farmaci che dovrebbero essere utilizzati per altre patologie ma vengono prescritti, con la compiacenza di alcuni operatori sanitari, per ottenere dei veri e propri aborti chimici clandestini.
La pillola del giorno dopo viene venduta in Italia dal 2006 e, fino al 3 marzo 2016, con ricetta medica non ripetibile. Da allora, per le maggiorenni, non occorre ricetta. Viene prescritta per essere assunta o prima o entro 72 ore dal rapporto sessuale.
In precedenza, il 20.02.2014 l’AIFA aveva modificato il foglietto illustrativo (comunemente noto come “bugiardino”) togliendo la frase “il farmaco potrebbe anche impedire l’impianto” ossia che potrebbe funzionare da abortivo.
Invece esistono studi che dimostrano come questo farmaco, assunto nei giorni più fertili del ciclo (ossia il giorno dell’ovulazione o i 3 giorni precedenti), non impedisce l’ovulazione: essa avviene regolarmente e può seguirne il concepimento. Inoltre la pillola del giorno dopo compromette il funzionamento del corpo luteo con una grave riduzione nella produzione del progesterone cioè l’ormone pro-gestazione che dovrebbe preparare l’endometrio (la parete interna dell’utero) all’annidamento dell’embrione. Per l’embrione diventa così impossibile annidarsi in utero. Solo in questo modo è possibile spiegare l’efficacia dichiarata (80%) di questo prodotto. Infine, se il farmaco viene assunto ad annidamento avvenuto, questo non ha più effetti rilevanti. Questo tipo di funzionamento viene negato dall’azienda produttrice e dall’Agenzia Europea del Farmaco (EMA) ma viene confermato dalla Food and Drugs Administration (FDA) degli Stati Uniti.
Esistono enormi interessi economici in questo campo e anche noi del Mpv siamo convinti che questo preparato agisca sull’embrione impedendone la sopravvivenza.
Vendite
del giorno dopo
dei 5 giorni dopo
totale
2000
circa 40.000
—
2008
circa 380.000
—
2012
7.796
—
2013
circa 355.000
11.915
circa 367.000
2014
circa 260.000
16.797
circa 276.800
2015
161.888
145.101
306.989
2016
214532
189.589
404.121
La pillola dei 5 giorni dopo viene venduta in Italia dal 2012 e, fino al 21 aprile 2015, con ricetta medica non ripetibile. Da allora, per le maggiorenni, non occorre ricetta. E` previsto che sia assunta o prima o entro 120 ore (5 giorni) dal rapporto sessuale.
Questo preparato funziona come inibitore/ritardante dell’ovulazione se assunto almeno 48 ore prima dell’ovulazione ma – soprattutto – è un antinidatorio ossia, se assunto tra due giorni prima dell’ovulazione e cinque dopo la fecondazione, impedisce all’eventuale embrione di installarsi nell’utero. Infatti, dopo la fecondazione, l’embrione impiega normalmente 6-8 giorni a impiantarsi nell’utero.
Se EllaOne® viene assunto qualche giorno prima di questa data ha il tempo di rendere l’utero inadatto alla vita dell’embrione che dunque muore e viene espulso.
Anche la RU486 avrebbe lo stesso effetto ma la RU486 ha ormai una fama impresentabile come contraccettivo. Per questo si è sviluppato un prodotto chimicamente simile e lo si è chiamato con un nome che richiama il mondo dei contraccettivi. Da aprile 2015 le vendite di questo prodotto sono aumentate vertiginosamente (come onestamente rilevava la Relazione Ministeriale sulla Legge 194 già nel 2016 e come si vede dalla tabella che riportiamo) e dimostrano che la cosiddetta diminuzione delle IVG è solo apparente.
La funzionalità abortiva di questi preparati porta i medici rispettosi della vita a sollevare obiezione di coscienza e a non prescriverli alle proprie pazienti, sopportando la persecuzione conseguente. Lo stesso accade ai farmacisti.
Per chi fosse interessato suggeriamo la consultazione dei seguenti documenti:
L’articolo “Impropria contraccezione d’emergenza” firmato FIAMC (Federazione Internazionale delle Associazioni dei Medici Cattolici) che spiega in modo preciso la questione (disponibile anche come PDF).