Conselice (RA): contrattacco al gender

Da molto tempo in provincia di Ravenna la diffusione dell’ideologia gender non trova ostacoli: né nelle amministrazioni locali, né nella scuola.
Ma l’eccessiva sicurezza può far commettere dei passi falsi.

Sembra questo il caso anche delle scuole medie Foresti di Conselice e Lavezzola, nelle quali è stato proposto il famigerato spettacolo teatrale Fa’ Afafine che, sempre e ovunque, ha suscitato proteste e disagio ai genitori.
Tuttavia, c’è un fatto nuovo: a Conselice, lo scorso 20 marzo, i genitori sono insorti in massa. E han cercato consulenza giuridica e sostegno da FattiSentire.org, dando corso ad una riunione organizzativa tenutasi sul posto.
Ma andiamo con ordine.

  1. Il 27 febbraio l’Istituto Comprensivo (I.C.) ha fatto pervenire brevi manu alle famiglie un volantino informativo (allegato 1), nel quale si qualificano coloro che dissentono dalle teorie diffuse tramite tale spettacolo come persone con “pregiudizi e ignoranza”. L’affermazione è gravissima, specialmente per un Istituto che dichiara di voler far propri “i diritti dell’uomo, l’inclusione sociale, la parità di opportunità” (Ptof, p. 20).
  2. Solo il 13 marzo, a fronte delle proteste delle famiglie via e-mail, domande ai docenti e richieste di chiarimenti al dirigente, l’I.C. ha fatto pervenire brevi manu una richiesta di consenso (allegato 2), fatta su carta non intestata, senza il nome dell’alunno e senza firma del dirigente né del responsabile del progetto, ma soprattutto priva di adeguata e completa informazione alle famiglie.
  3. Tale richiesta ammette che lo spettacolo “affronta un tema […] non condiviso” ma informa che “le tematiche affrontate sono state trattate dai docenti con i ragazzi”. Si tratta pertanto di un’ammissione esplicita di precedenti attività, anch’esse prive del consenso delle famiglie relativamente a temi eticamente sensibili.
  4. Il sito dell’I.C. (visitato il 3/5/2018) espone soltanto il PTOF. Non espone il Patto Educativo di Corresponsabilità, né il dettaglio delle attività extracurricolari annuali. Per le “Uscite didattiche” non si fa cenno allo spettacolo teatrale in questione.
  5. Nel Ptof (visitato il 3/5/2018) non si fa menzione di spettacoli teatrali per la secondaria di I grado, per cui tale attività potrebbe non esser passata dal Collegio Docenti.
  6. Nel Ptof si fa invece menzione del controverso progetto “W l’amore” (pag. 15), anch’esso oggetto di interrogazioni in Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna. Ma, ancora una volta, è assente ogni riferimento alla doverosa informativa alle famiglie.

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Gli studi di genere smentiti dalla scienza.

Si rimane uomini o donne per tutta la vita

Secondo gli “studi di genere”, l’identità di genere sarebbe una componente distinta dall’identità sessuale e potrebbe anche non coincidere con essa (producendo maschi-donne e femmine-uomini), poiché le differenze tra uomo e donna sarebbero soltanto una costruzione sociale, dovuta a stereotipi di genere, per l’appunto.
Su questa base teorica, nata negli anni ’70, viene legittimato il “cambio di sesso” di chi vive una incoerenza tra il “sentirsi” uomo (o donna) -cioè il “genere”-, e l’essere nata biologicamente come donna (o uomo), cioè il “sesso”.

Tutto falso, lo dimostra oggi la scienza moderna.
Le differenze tra uomo e donna sono biologiche e genetiche, non certo dovute all’influsso sociale o dall’educazione ricevuta.
Chi afferma di aver “cambiato sesso” ha semplicemente amputato parti anatomiche del corpo o ne ha aggiunte altre con la chirurgia estetica, dopo essersi bombardato di ormoni.
A livello neuro-fisiologico rimane come è nato, nella sua originale identità sessuale.

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Ci siamo: si marcia per la vita!

Sabato 19 maggio, tutti a Roma
Piazza della Repubblica (Stazione Termini) ore 14:30

«A Roma marceremo per la vita contro l’aborto e L’eugenetica». Intervista a Virginia Coda Nunziante apparsa su La Verità


Virginia Coda Nunziante è la presidente della Marcia per la vita, il grande evento «pro life» che il prossimo 19 maggio animerà le strade di Roma. L’appuntamento è per le 14.30 in piazza della Repubblica, nella Capitale, e saranno in molti a presentarsi. Anche perché questa edizione del a marcia è particolarmente importante. «I temi centrali di quest’anno sono tre.

Tanto per cominciare, sono passati quarant’anni dall’entrata in vigore della legge 194, con il suo bagaglio di quasi 6 milioni di bambini abortiti. Questo è il primo tema forte, vogliamo far aprire gli occhi ai cittadini su questa tragedia».

Proprio in vista della marcia, l’associazione Citizengo ha affisso alcuni manifesti contro l’aborto per le strade di Roma. E subito sono partiti gli appelli al sindaco Virginia Raggi per rimuoverli, come accaduto qualche mese fa.

«Sì, è già accaduto una volta. Anche in questo caso si sono scatenati subito i gruppi femministi, ed è probabile che il sindaco farà togliere anche questi manifesti. Sono cose che fanno riflettere sulla libertà di espressione che abbiamo oggi. Numeri alla mano, quel che sostiene Citizengo (ovvero che l’aborto è la principale causa di femminicidio nel mondo, ndr), è la pura verità. Ma viene negata la possibilità di far conoscere questa verità all’opinione pubblica. È la dittatura del pensiero unico. La marcia, però, non possono impedirci di farla, così manifesteremo nella pubblica piazza la nostra protesta, per mostrare a tutti fatti e numeri reali».

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Modena: figlia in coma? ora c’è la legge

Modena, la figlia è in coma:
il padre nominato “interprete” delle sue volontà

Uno dei primi casi di applicazione della legge sul biotestamento.
Il genitore potrà decidere quali cure accettare o rifiutare,
a condizione che si impegni a “ricostruire” (???) le volontà di lei (fonte: Repubblica)

Tutti gli errori delle Dat

I medici non sono contenti per niente della legge sulle Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), né hanno ragione di esserlo i malati. Questo è stato il leit-motiv di tutti gli interventi al convegno “La responsabilità professionale e la relazione medico paziente dopo la legge sulle DAT” organizzato dall’associazione Medicina e Persona presso l’Università degli Studi di Milano.
Coordinati da Felice Achilli, presidente di Medicina e Persona, e introdotti da Lorenza Violini, ordinario di Diritto costituzionale, hanno trattato l’argomento Filippo Anelli da pochi mesi Presidente Nazionale della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), Claudio Galoppi componente del Consiglio Superiore Magistratura, Emanuele Catena, Direttore dell’unità di Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale Luigi Sacco e Marco Maltoni, Direttore dell’unità Cure Palliative dell’Usl Romagna. (altro…)

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Udine: figlia lesbica; colpa dell’università?

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La figlia diventa lesbica, padre incolpa l’Università di Udine

La lettera inviata da un genitore ad una associazione cattolica per “denunciare la perdita della sua primogenita”

Questa la lettera che un genitore ha inviato alla redazione di “Notizie Pro Vita”, magazine dell’omonima onlus che da anni opera in difesa del concepimento naturale e ricorda che la famiglia  è solo e unicamente fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna.
“A scrivere – spiega l’associazione – è un papà profondamente addolorato che denuncia la “perdita della sua primogenita”.

«Gentilissimi di ProVita, sono un genitore che 9 mesi fa ha “perduto” la sua primogenita: letteralmente fagocitata dalla piaga del gender e dell’omosessualità dilagante.

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Trapianti: espianto dopo morte o morte dopo espianto?

La triste vicenda di Rebecca Braglia, la giovane e sfortunata rugbysta finita in coma in seguito ad un placcaggio di gioco, dichiarata cerebralmente morta e sottoposta all’espianto degli organi, è esemplificativa di come funziona la macchina dei trapianti.

Trapianto d’organi vitali: espianto dopo morte o morte dopo espianto?

Innanzitutto, essa ha il compito di utilizzare un linguaggio tecnico nebuloso, poco chiaro, in modo tale da far pensare che sia una questione valutabile dai soli addetti ai lavori; in secondo luogo, le informazioni sul caso specifico sono poche e frammentate; terzo, il nuovo criterio di accertamento della morte consente di “giocare” con la parola morte e di collocarla in un momento preciso, anche se in maniera del tutto arbitraria.

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Due marce per la vita?

Come preannunciato un anno prima, sabato 19 maggio 2018 Roma ospiterà l’ottava edizione della Marcia nazionale per la vita.
Tuttavia, da qualche giorno, è stata annunciata la nascita di una seconda mini-marcia (meglio: un sit in) per la vita, rispetto alla quale un’amica mi scrive: «ho ricevuto anch’io l’invito… Assieme a tutta una serie di inviti a raduni di protesta per ottimi motivi… Mi sembrano tutti pazzi! Non è possibile indire 4 eventi a Roma uno di seguito all’altro… Non ho parole!».
Proviamo perciò a capirci qualcosa, partendo dal fatto che
– viviamo in un periodo di grande confusione anche operativa del laicato cattolico
– le marce sono entrambe reazioni dei cattolici alla scristianizzazione.

La prima significativa differenza è che la Marcia per la Vita – pur accogliendo ogni volta diversi vescovi – è nata come iniziativa totalmente laicale che, grazie a un lavoro quasi decennale su tutto il territorio nazionale, è partita con qualche centinaio di partecipanti per arrivare alle decine di migliaia attuali.
Dal canto suo, il sit in di Steadfast Onlus è – di fatto – espressione dei Family Day del 2015 e 2016 (viene promossa da Difendiamo i Nostri Figli dalla sera del 7 maggio), cioè – per la grande maggioranza dei partecipanti – del Cammino Neocatecumenale e (solo nel 2015) della Conferenza Episcopale.

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Psichiatri e marijuana: ecco la verità

Seguendo le indicazioni del Partito Democratico e dei 5stelle, varie Regioni italiane (ad es. l’Emilia-Romagna) hanno avviato programmi di educazione alla salute nei quali la cannabis non è considerata sostanza che provoca dipendenza.
Paradossalmente, secondo l’ideologia veicolata da questi partiti, tabacco, alcool, cocaina e pasticche provocano dipendenza, mentre la cannabis non viene nemmeno presa in considerazione.

AL CONGRESSO MONDIALE

Psichiatri riuniti:
la cannabis provoca le psicosi

 

Durante il congresso dell’Associazione mondiale degli psichiatri tenutosi a Berlino, diversi ricercatori hanno dimostrato la correlazione fra l’uso di marijuana e le malattie mentali. Ma il business permette alla campagna per la legalizzazione di imperare comunque.

Risulta quantomeno contraddittorio che mentre al congresso dell’Associazione mondiale degli psichiatri, tenutosi nei giorni scorsi a Berlino, sono stati presentati i crescenti studi che dimostrano la correlazione fra i disturbi psichici e l’uso della marijuana, la campagna radicale imperante sui grandi media continua a parlare di “uso ricreativo” e “scopo terapeutico” al fine di legalizzare la cannabis.

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Cesena: l’osservatorio sull’educazione propone corsi alternativi a W l’amore

Incontro pubblico per l’Osservatorio per l’educazione della Diocesi di Cesena ieri sera nel teatro parrocchiale di san Rocco. L’associazione che si occupa di tematiche educative, nata circa tre anni fa, ha esposto il proprio percorso con uno sguardo sulla realtà cittadina, con particolare attenzione al mondo della scuola.

Numerose le tematiche affrontate: dalla presentazione del progetto “Teen star” (simile al progetto http://www.progettopioneer.com/), nato per favorire l’educazione all’affettività e alla sessualità, alla riflessione su differenti iniziative contro il bullismo e le discriminazioni, che rischiano di veicolare pedagogie e contenuti non sempre trasparenti.
Sembra essere questo il caso del progetto “Love difference” presentato nei mesi scorsi dall’associazione Katriem e accolto da tre istituti cesenati (Liceo scientifico “Righi”, Istituto professionale “Versari” e tecnico “Serra”) e che ha ricevuto notevoli finanziamenti sia da enti pubblici, come la regione Emilia-Romagna che ha erogato oltre 10.000€ e il Comune di Cesena con un contributo di 2.500€, che da enti privati.

Come si sviluppa il progetto e quali criticità presenterebbe?
Abbiamo riscontrato una notevole discrepanza tra le schede di presentazione proposte al Comune e quelle date alle scuole – ha affermato il pediatra Antonio Belluzzi membro dell’associazione –. La prima data del progetto risale al 2017 e neppure compariva la parola cyberbullismo. Comprendiamo quindi la difficoltà di dirimerne i contenuti. Nelle schede si parla di “stanze vuote da riempire”, ma con quali contenuti? Si fa riferimento a “differenze che generano discriminazioni”, ma quali sono? Senza contare la trascurabile se non addirittura assente incidenza di informazione alle famiglie, sugli argomenti e sul coinvolgimento dei ragazzi”.

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La 194: una guerra contro l’innocente

Per il Guttmacher Institute la 194 è una delle “migliori” leggi al mondo

L’Istituto Guttmacher è una delle principali organizzazioni di ricerca e politica impegnata a promuovere la salute, i diritti sessuali e riproduttivi negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il gruppo, fondato nel 1968, è di fatto una branca di Planned Parenthood, anche se già da diversi anni opera in modo indipendente.

Le aree di particolare interesse dell’organizzazione comprendono la contraccezione, la gravidanza involontaria, l’aborto, la salute sessuale e riproduttiva degli adolescenti; forte di un fatturato che nel 2014 è stato di 16 milioni di dollari USA essa rappresenta una delle realtà più importanti e riconosciute tese a diffondere la pratica abortiva nel mondo.

A tal proposito, gli esperti del Guttmacher Institute americano hanno di recente pubblicato un rapporto sull’accesso all’interruzione di gravidanza nel mondo in cui si legge che il nostro è il paese che ha le leggi meno restrittive sull’aborto.

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