Il 18 maggio prossimo si svolgerà a Roma la consueta Marcia per la Vita, alla quale siamo tutti invitati a partecipare. A questo proposito, la giornalista Diane Montagna, di LifeSiteNews, ha intervistato Virginia Coda Nunziante quale principale organizzatrice dell’evento. Ecco l’intervista nella mia traduzione.
LifeSite: Virginia, lei ha parlato della Marcia annuale per la vita a Washington, DC come la “madre” di tutte le marce. Quanto è significativo per l’Europa e per l’Italia in particolare il ruolo degli Stati Uniti come faro di vita?
Coda Nunziante: L’esempio che ci arriva dagli Stati Uniti è davvero illuminante. Quello che la Marcia per la Vita ha raggiunto in più di 40 anni è sotto gli occhi di tutti: un’intera generazione di giovani sta diventando sempre più pro-vita e con il loro entusiasmo e determinazione il destino del Paese cambierà.
L’Europa, ma soprattutto l’Italia – che è il Paese con un tasso di natalità tra i più bassi – deve prendere ad esempio quanto accade all’estero, per rimettere il tema della vita al centro della politica e della politica pubblica, sia nella sua azione contro l’aborto che nella sua azione di promozione della natalità.
Qual è la sua impressione sulle politiche per la vita dell’Amministrazione Trump? È visto come un presidente pro-life in Europa?
A prescindere da qualsiasi giudizio sull’uomo, non c’è dubbio che l’amministrazione Trump ha dato grande attenzione alla questione della vita. Non riesco a immaginare un Presidente di un paese europeo che, non appena eletto, taglia i finanziamenti pubblici per l’aborto. Non solo: i suoi discorsi in diretta dall’Ufficio Ovale, a tutti i partecipanti all’annuale Marcia per la vita, dimostrano anche la sua particolare attenzione a questo tema. Non dimentichiamo che ha anche inviato il vicepresidente Pence in piazza per due anni consecutivi per parlare sul palco della Marcia per la Vita.
Nel mondo europeo che è a favore della vita, il Presidente Trump è considerato a favore della vita, e vorremmo che i nostri politici avessero il suo coraggio in questo specifico ambito. Tuttavia, il fattore decisivo sarà quello che accadrà in seno alla Corte suprema, soprattutto se il Presidente Trump sarà rieletto. Se, come spero, nei prossimi anni la più alta magistratura degli Stati Uniti assumerà una posizione pro-vita, sarà una svolta negli Stati Uniti e questo avrà un forte impatto in Europa.
Il legislatore newyorkese ha recentemente approvato una legge che legalizza l’infanticidio (aborto fino al nono mese con il destino di un bambino che sopravvive lasciato alla donna e al suo medico), tra le urla [di gioia] dei Democratici. Simili disegni di legge sono stati introdotti dai Democratici in altri stati? Come si spiega l’accelerazione del male? E cosa penserebbe l’”italiano medio” di questo tipo di legge?
Quello che è successo a New York e in altri stati americani, a mio avviso, è una risposta che i Democratici hanno voluto dare alla politica Pro-life del Presidente Trump. Volevano dimostrare che l’aborto è il loro cavallo di battaglia e che se il Presidente proseguisse la sua politica a favore della vita (ad esempio nominando un nuovo membro della Corte Suprema), non sarebbero stati impreparati. L’aborto è il sacrificio di sangue che il diavolo chiede alle società di oggi, e quando si cerca di ostacolarlo, ridurlo o combatterlo, il diavolo scatena campagne ancora più violente per non perdere terreno.
Durante i miei viaggi in Italia, ogni volta che si fa riferimento a ciò che è stato legalizzato a New York, un brivido di orrore attraversa la stanza: la gente è incredula che tali atrocità siano commesse. Ma purtroppo è solo questione di tempo: se non reagiamo immediatamente anche noi accetteremo l’aborto nel nono mese e l’infanticidio.
Quest’anno ricorre la Nona Marcia per la vita a Roma. Quali segni di crescita vedete, e la marcia avrà un focus e un tema particolare quest’anno?
Dopo nove anni ci rendiamo conto che la Marcia per la Vita è diventata una realtà forte, un appuntamento annuale che nessuno che sia pro-vita può mancare. La nostra forza non sta tanto nel numero di persone che scendono in strada, ma nella coerenza e perseveranza di una battaglia che continuiamo a combattere anno dopo anno, senza cadere indietro, ma guadagnando sempre più terreno. Il risultato più importante che si è raggiunto, a mio avviso, è quello di aver riportato il tema della vita, dal concepimento alla morte naturale, al centro del dibattito pubblico.
Vogliamo influenzare il mondo politico per cambiare le leggi del nostro Paese, e con la perseveranza e l’immensa fiducia nell’aiuto di Dio, raggiungeremo questo obiettivo. Quest’anno, oltre all’aborto, ci concentreremo sull’eutanasia perché un disegno di legge è già in discussione al Parlamento italiano.
La Marcia è anche diventata (e speriamo che lo sarà sempre più) un evento internazionale, un incontro di leader pro-vita da tutto il mondo. Quest’anno la marcia sarà preceduta e seguita da due importanti conferenze internazionali, organizzate rispettivamente da Voice of the Family il 16-17 maggio all’Angelicum, e da Jahlf (Giovanni Paolo II Accademia per la Vita e la Famiglia) il 20-21 maggio, all’Hotel Massimo d’Azeglio.
La Marcia per la vita è principalmente un’iniziativa laica. Che livello di sostegno ha avuto dai Vescovi italiani e dai prelati stranieri?
La Marcia per la vita, come in altri Paesi, è espressione di cittadini che hanno a cuore la difesa della vita. Il comitato organizzatore della Marcia, però, è composto da cattolici che vogliono avere buoni rapporti con il mondo ecclesiale. Quest’anno, per la prima volta, avremo un vescovo diocesano che parlerà dal palco. Nella piazza ci saranno anche altri vescovi e cardinali. Tra questi, naturalmente, ci sarà il cardinale Raymond Burke che è presente ogni anno. Come americano, sa cosa significa “marciare” per la vita, ed è un grande esempio per tutti noi.
Ogni anno ci sono anche sacerdoti, suore e altre religiose di vari istituti. Ma ciò che è più importante per noi è il sostegno spirituale che sacerdoti e laici ci promettono attraverso la preghiera. L’Ora dell’adorazione eucaristica che si svolge in una chiesa romana alla vigilia della marcia è per noi molto importante. Quest’anno si svolgerà nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Campitelli, con la presenza di diversi cardinali.
Quali sono le sfide particolari che l’Italia sta affrontando in questo momento sul fronte pro-vita?
L’Italia sta affrontando due sfide legislative: la legge sull’eutanasia e il tentativo di abrogare il diritto all’obiezione di coscienza.
Ma la sfida principale è il risveglio delle coscienze: per troppi anni il Paese è stato sottoposto ad anestesia culturale e morale e la reazione alle leggi ingiuste è stata quasi inesistente. Dobbiamo ora impegnarci, scuotere le anime dal loro sonno e chiarire che tocca a ciascuno di noi reagire alla cultura di morte che vogliono imporci.
È necessario innalzare la bandiera della Verità, senza compromessi, in difesa della vita e della famiglia. E poiché la Verità, come il Bene, ha un potere intrinseco di diffondere e conquistare le anime, la vittoria finale sarà nostra perché “Dio ha vinto il mondo” (cfr Gv 16,33).
Quali sono le vostre speranze per la marcia di quest’anno?
Speriamo di vedere una maggiore partecipazione ogni anno alla Marcia, ma al di là dei numeri, ciò che conta davvero è la forza e la determinazione delle persone che scendono in strada. Personalmente, voglio che sempre più persone credano che la difesa della vita debba essere effettuata senza compromessi, senza mezze misure.
Chiederemo, come sempre, l’abrogazione della legge 194 ed il blocco della legge sull’eutanasia.
Tutto questo sembra impossibile e dal punto di vista umano forse lo è. Ma noi sappiamo che Dio può fare tutto e ci chiede solo il nostro sforzo, il nostro piccolo pezzo di pane: Egli compirà il miracolo della moltiplicazione quando verrà il momento. La vittoria finale sarà certamente di Dio, ma non avverrà senza la nostra partecipazione.
da: https://www.sabinopaciolla.com/virginia-coda-nunziante-laborto-e-il-sacrificio-di-sangue-che-il-diavolo-chiede-alle-societa-di-oggi/ Fonte: LifeSiteNews