Per Jane Fonda i politici pro-life andrebbero «assassinati».

Non è un mistero il sostegno dato da Hollywood all’aborto. Ed ora, dopo la decisione della Corte Suprema, che lo scorso anno negli Stati Uniti ha ribaltato la sentenza Roe vs. Wade , e dopo la conseguente decisione di molti Stati americani di ridurre drasticamente la facoltà d’uccidere bimbi in grembo, puntuale si è levata la voce di Jane Fonda, sempre sconcertante: l’irriducibile femminista filo-abortista ha dichiarato che i politici pro-life andrebbero «assassinati».

Lo ha fatto nel corso del talk show «The View», spronata dalla conduttrice Joy Behar, che le ha chiesto cos’altro i pro-choice possano fare, oltre a marciare ed a protestare, per far sentire la propria voce: «Assassinare» è stata l’incredibile risposta di Jane Fonda, ribadita di fronte alla richiesta di ripetere quanto detto, giuntale da un’altra ospite della trasmissione, l’attrice Lely Tomlin. «Omicidio», ha ribadito.

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La Corte Costituzionale e il fragile muro di carta contro all’utero in affitto

Omogenitorialità, il diktat della Consulta al Parlamento

I casi di due lesbiche (separate) e di due gay che hanno avuto dei figli all’estero rispettivamente attraverso fecondazione eterologa e utero in affitto.

Con due comunicati stampa pubblicati giovedì, la Corte costituzionale, agendo come una terza camera, si è da un lato astenuta dal giudizio ma dall’altro ha chiesto al Parlamento di legiferare sulla «tutela» dei bambini nati attraverso tali tecniche.

Ma ciò equivale a chiedere di legittimare la doppia “omogenitorialità”.

E sebbene la Consulta indichi che il divieto alla maternità surrogata rimanga in vigore, anche quest’ultimo paletto è destinato a cadere: è la triste conseguenza logica della Legge Cirinnà.

Doppietta della Corte costituzionale sull’omogenitorialità. Giovedì 28 gennaio la Consulta ha detto due volte «sì», con altrettanti comunicati stampa, al riconoscimento della doppia genitorialità omosessuale.

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Covid-19: scuola parentale o scuola di Stato?

Intervista di Giulia Tanel a Stefano Fontana.

In questo particolare periodo storico, segnato dall’emergenza Covid-19, vediamo un considerevole aumento di genitori che decidono di non mandare i propri figli “a scuola”, bensì che optano per l’homeschooling o che si riuniscono con altre famiglie per dare vita a una scuola parentale. Come legge questo fenomeno?

Fontana: Lo leggo positivamente. E’ un fenomeno promettente ma nello stesso tempo devo notare che può essere dettato da motivi contingenti. Ritengo che l’occasione vada sfruttata per rafforzare le motivazioni e permettere quindi al fenomeno di avere una consistenza e una durata che vada ben oltre l’emergenza. Le difficoltà legate al Covid e ai ritardi della scuola di Stato sono il motivo pressante al momento, la critica allo statalismo nell’educazione e il recupero dei motivi fondanti la responsabilità educativa dei genitori permetteranno di proseguire anche se in futuro l’emergenza Covid dovesse (ammesso e non concesso) finire.

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La Cassazione anticipa la legge Zan

Processo a Taormina e discriminazioni contro Lgbt

È possibile discriminare una persona con tendenze omosessuali sul luogo di lavoro se questa persona non esiste e non lavora in nessun luogo? Secondo la Cassazione la risposta è affermativa: sì, la si può discriminare e chi lo fa deve pagare una bella somma a titolo di risarcimento del danno!

Il protagonista di questa vicenda – arrivata al suo epilogo alcuni giorni fa – è l’avv. Carlo Taormina, personaggio discusso e abituato ad esprimere le sue opinioni (talvolta discutibili) in pubblico senza diplomazia e in maniera assai decisa; quale trasmissione più adatta per le sue esternazioni del programma radiofonico “La Zanzara”, assai noto per i conduttori e per le modalità con cui i vari soggetti intervistati partecipano al programma?

Nel 2014 l’avv. Taormina interviene nella trasmissione e afferma “di non volere assumere e di non volersi avvalere della collaborazione, nel proprio studio, di persone omosessuali”: frase senza dubbio sgradevole, perché non si coglie il collegamento tra la tendenza omosessuale di una persona e la sua bravura come avvocato o come impiegato di uno studio legale, né l’avvocato Taormina lo aveva spiegato.

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Il Parlamento Europeo di nuovo contro la vita

Manifestazione anti-aborto davanti al Parlamento europea (Bruxelles)

La battaglia continua sul fronte dell’aborto.
Incessante.
E le notizie, che giungono dal fronte, non sono entusiasmanti.

Il Parlamento europeo ha nei giorni scorsi condannato a larga maggioranza (455 sì, 145 no e 71 astensioni) con una propria risoluzione la sentenza pro-life emessa dalla Corte Costituzionale polacca, la quale ha stabilito che la presunta malformazione del feto, diagnosticata con tecniche prenatali, sia anticostituzionale e non giustifichi in alcun modo il ricorso all’aborto, ammesso comunque in caso di stupro, incesto o pericolo di vita per la madre.
La decisione non è impugnabile e può comportare – questi sono almeno l’auspicio e la prospettiva – una consistente riduzione nel numero degli aborti, eppure è stata qualificata dall’Ue come «una battuta d’arresto sul tema dei diritti sessuali e riproduttivi» ed accusata anzi di porre (non si sa come) «a rischio la vita delle donne», infischiandosene totalmente di come l’alternativa, l’aborto, rappresenti viceversa una condanna a morte certa dei figli, ch’esse portano in grembo.

Intendiamoci, niente di cui temere: lo Stato polacco, in quanto sovrano, può benissimo infischiarsene della risoluzione europea, non avendo alcun obbligo di rispettarla.
Ma questo resta un segnale molto chiaro.
Un segnale politico e ideologico.

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Covid-19: Il diritto a non essere costretti a morire da soli

Mentre la storica pandemia di COVID-19 si sta intensificando in tutto il mondo e vengono ripristinate in Europa e non solo, misure di emergenza draconiane, vedo l’urgente necessità di rinnovare una difesa del diritto dei pazienti a non essere costretti a morire da soli negli ospedali o nelle case di cura.
La missione del National Catholic Bioethics Center (NCBC) si focalizza soprattutto nella difesa della dignità della persona umana.
Le politiche eccessivamente restrittive di visita ai degenti e il negare l’accesso ai sacramenti di molti ospedali e di altre istituzioni, durante questa pandemia, hanno portato a tragedie e violazioni dei diritti umani.

Credo che due visioni del mondo e due antropologie opposte si stiano scontrando.
Una visione umanista laica estrema ritiene che salvare la vita fisica di una persona sia l’unica cosa che conta veramente. Spesso questa prospettiva è abbinata a una filosofia utilitaristica o consequenzialistica per la quale si dovrebbero aiutare il maggior numero di persone, anche se vengono commesse alcune ingiustizie come sacrificare i membri della società anziani, fragili o allo stesso modo “meno produttivi”.
La prospettiva cristiana sull’assistenza sanitaria riconosce l’importanza fondamentale della cura spirituale e della presenza dei propri cari piuttosto che curare solo il corpo. Prendersi cura della salute spirituale ed emotiva di un paziente ha forti implicazioni come parte essenziale della visione cattolica dell’assistenza sanitaria. La Chiesa ha inoltre sempre respinto con forza ogni forma di ragionamento del tipo “il fine giustifica i mezzi”. Non dovremmo mai compiere attivamente il male o un’ingiustizia per raggiungere un obiettivo buono.

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OMOFOBIA: passa alla Camera l’iniquo decreto Zan

(Tommaso Scandroglio) L’iniquo Testo unico Zan sulla cosiddetta omofobia è stato approvato il 4 novembre alla Camera dei Deputati con 254 sì, 193 no e 1 astenuto.
Gli esponenti di Fratelli d’Italia si sono alzati in piedi con un bavaglio mentre i deputati della Lega hanno esposto cartelli con la scritta “Libertà” durante le dichiarazioni di voto.

Nel testo originario sono stati inseriti alcuni emendamenti. Vogliamo qui soffermarci su due.
Il primo riguarda l’estensione delle sanzioni previste dagli artt. 604 bis e ter a quelle condotte violente o discriminatorie perpetrate per motivi legati alla disabilità.
È stato un escamotage furbo. In tal modo nel percepito collettivo il risultato sarà il seguente: chi criticherà il Ddl Zan non starà dalla parte delle persone disabili. Si sono dunque usati i disabili come scudi umani per difendere il contenuto del Testo unico. La disabilità è solo un peloso pretesto per blindare ancor di più questo testo normativo.

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EllaOne, come ti nascondo e banalizzo l’aborto

Con la delibera 998/2020 dell’8 ottobre scorso l’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, ha stabilito che «non sarà più necessario l’obbligo della prescrizione medica per dispensare alle minorenni ulipristal acetato (EllaOne), il farmaco utilizzato per la contraccezione di emergenza fino a cinque giorni dopo il rapporto», come recita un comunicato stampa dell’agenzia medesima.

La decisione è criticabile almeno per tre motivi. Il primo: l’EllaOne produce sia effetti contraccettivi che abortivi (cfr. R. Puccetti, G. Carbone, V. Baldini, Pillole che uccidono, ESD, cap. 4). In merito all’efficacia contraccettiva questa è significativa quando la donna ha minori possibilità di concepire, perché siamo ancora lontani dal momento ovulatorio, e diminuisce quando ci si avvicina al momento dell’ovulazione. In breve, l’efficacia contraccettiva è scarsa.

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Perché perdiamo sempre (continuazione)

Prima ci raccontano che “E’ la miglior legge oggi possibile”…
poi diventa sempre terrificante.

Una legge iniqua non può mai essere bene applicata

di Tommaso Scandroglio

Lo abbiamo visto verificarsi tante volte. Fatta una legge piena zeppa di paletti, questi paletti prima o poi saltano tutti.
Qualche esempio.

Legge 898 del 1970 sul divorzio: inizialmente si poteva divorziare solo dopo tre anni dalla separazione. La nuova disciplina abbassa il termine ad un anno e addirittura a sei mesi se la separazione è stata consensuale.

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P. S. Boquet: I socialisti mondialisti, la dittatura sanitaria e la battaglia per la vita umana

Il Presidente di Vita Umana Internazionale
spiega il ruolo dell’attuale dittatura sanitaria
nella guerra fatta alla vita umana e alla famiglia

Essere vigilanti in tempo di crisi

È sconcertante leggere l’affermazione di Henry Kissinger (esponente Bilderberg, NdR) nel Wall Street Journal secondo cui un fallimento nel “passaggio a un ordine post-coronavirus” potrebbe “mettere il mondo a ferro e a fuoco”.
Kissinger è piuttosto vago su come sarebbe precisamente questo “ordine” post-coronavirus, ma come ha osservato qualcuno, la lunga storia di amicizia tra Kissinger e la Cina insieme all’assenza di qualsiasi menzione nel suo articolo della responsabilità della Cina nel provocare questa pandemia non è per niente confortante.

Ma per i pro-vita e i pro-famiglia ci sono molti altri motivi di preoccupazione circa un “ordine post-coronavirus” inaugurato o condotto da Kissinger o ispirato alla sua visione del mondo.

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