Progetto LGBT dalla Regione Emilia-Romagna: W l’amore

Negli ultimi anni sono stati introdotti nelle scuole diversi progetti ispirati alle teorie del gender.

Progetti che, con pretesti apparentemente lodevoli come la lotta alla discriminazione, al bullismo ed il contrasto alla violenza, hanno spesso lo scopo di insegnare agli studenti a negare la naturale differenza sessuale, ad identificarsi in qualsiasi “genere”, equiparando ogni tipo di “famiglia” e normalizzando ogni comportamento sessuale.

Qui un elenco aggiornato bimestralmente da ProVita: https://www.notizieprovita.it/wp-content/uploads/2015/06/Speciale_Dossier_Progetti_Gender_Scuola_ProVita.pdf

Finora tali progetti sono stati introdotti mediante il sostegno finanziario di Regioni, Comuni, Province, del MIUR e dell’UNAR. Da ultimo, poi, con la legge “Buona Scuola” si richiamano certe norme che sono decisamente ispirate all’ideologia gender.

Per l’Emilia Romagna, particolare attenzione va posta al Progetto W l’amore, finanziato dalle Regione e introdotto nelle scuola all’insaputa dei genitori. Esso contiene una definizione di gender molto buona:
«non c’è un modo giusto di essere maschi o femmine […]. Esistono piuttosto modi di essere per esprimere te stesso/a» .
Ne parliamo qui di seguito.

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Pizzorno, la profetessa del gender

In un pomeriggio di mezzo inverno mi ritrovai a leggere una mail pervenutami dal caro amico Rodolfo de Mattei, il quale, dopo avermi chiesto come stavo perché era tempo che non ci sentivamo, mi ha fatto notare che un mio articolo, datato 21 giugno 2016, stava – e sta ancora sollevando – diverse polemiche.
Inizialmente ho fatto fatica persino a ricordarmi di cosa si stesse parlando: gli anni passano, le vite cambiano, la memoria si annebbia e così, giusto per non fare figuracce, grazie all’aiuto del sito osservatoriogender.it, sono risalito ai fatti e ho potuto farmi tornare alla mente di cosa si stava parlando. Ve la faccio breve visto che, sempre l’amico Rodolfo de Mattei, ha già detto tutto ciò che v’era da dire in modo inequivocabile ed esaustivo in un ottimo articolo di ieri, e in un uno che uscirà domani sul quotidiano “La Verità”.

Era appunto il 21 giugno 2016, quando scrissi un pezzo che descriveva un fatto accaduto ad una famiglia di amici di Carpi – provincia di Modena – la quale, dopo aver iscritto il figlio alla Scuola Statale Primaria “Carlo Collodi”, e dopo aver inviato ad inizio anno un consenso informativo con diffida per tutelarsi e proteggere il bambino dai programmi didattici aventi all’interno porcherie quali il gender e l’immancabile educazione sessuale, sono stati costretti a prendere posizione contro la scuola.
Motivo?
Nonostante l’invio del consenso informativo, i genitori si sono trovati con il figlio avente fra le mani un libro da leggere: “Ascolta il mio cuore”, di Bianca Pitzorno. Non voglio tornare sui contenuti del libro, poiché già li citai nel vecchio articolo e già sono stati ripresi negli articoli usciti sui giornali in questi giorni.
Ma, soprattutto, non voglio tornarci sopra perché mi sembra demenziale sottolineare quanto quel libro sia apertamente, maliziosamente, pubblicamente e senza reticenza alcuna, volto a infilare il gender nelle letture dei bambini.
Solo parlare a bambini delle elementari di una ragazza che vuol diventare uomo facendo una bella operazione, è triste quanto egoistico: vuol dire, cioè, proclamare qualcosa di contrario alla natura nella testa di un bambino, non ancora in grado di poter comprendere bene, e men che meno senza forza e formazione culturale per potersi difendere.

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Marijuana, danni visibili anche dopo un anno di astinenza

Clamoroso. persino la Fondazione Veronesi ammette: non esistono droghe leggere

La fondazione dedicata al medico
tristemente noto per l’attivismo nella diffusione della cultura di morte
ammette l’alterazione delle funzioni cerebrali dovuta alla marijuana anche dopo astinenza

«La marijuana una droga leggera? Può anche raddoppiare il rischio di schizofrenia.La verità è che non esistono droghe leggere o pesanti, è un concetto da superare: sono tutte droghe con effetti deleteri, il rischio e la gravità con cui si manifestano in una condizione patologica sono individuali».

È molto netto Roberto Cavallaro, responsabile dell’Unità per i disturbi psicotici dell’ospedale San Raffaele di Milano, a commento di una nuova ricerca sugli effetti negli adolescenti di questa sostanza. L’Università di Pittsburgh e l’Università dello Stato dell’Arizona hanno preso sotto esame mille ragazzi maschi dai 13 ai 18 anni che facevano un uso regolare di marijuana.

La scoperta più incisiva è che pure dopo un anno di abbandono della cannabis facilmente i giovani continuassero a vivere esperienze subcliniche di paranoia ed episodi di allucinazioni, come quelle osservate durante il consumo continuato.

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La morte procurata di Patrizia

La nostra umanità residua

La morte procurata di Patrizia Cocco – la sua uccisione ad opera dei medici, questa è l’espressione corretta che, ancora per poco, ci lasceranno usare – è un evento che parla da solo sul reale contenuto di questa legge che, ormai da molti mesi, cerco di spiegare dove vengo invitato.

A cosa serve la legge sulle DAT? Ad uccidere i malati, prima che la natura faccia il suo corso.

Nient’altro: non serve ad altro! Anzi, sì: serve ad uccidere anche i disabili o i malati gravi, anche se non l’hanno chiesto; serve a non salvare la vita – anche quando è possibile – di persone che hanno perso la coscienza.

Cosa serve la sedazione palliativa profonda prevista dalla legge? Ad uccidere il paziente senza farlo soffrire.

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Una luce sull’orrore dell’aborto

La caccia ai preti delle “Iene” stavolta ha acceso una luce sull’orrore dell’aborto

di Virginia Coda Nunziante, portavoce di http://www.marciaperlavita.it/liniziativa-2/

Le frontiere dell’etica – Smascherato sacerdote che mette incinta una ragazza, poi convinta a non tenere il bimbo. Ma la terribile vicenda svela la sacralità della vita.

Quest’anno ricorre il triste anniversario della legge 194 del 22 maggio 1978, che introduce l’aborto in Italia.
E’ una triste ricorrenza perché i dati del Ministero della Salute ci dicono che sono quasi 6 milioni i bambini che sono stati soppressi grazie a questa legge legge.
Una legge che dovrebbe far indignare qualsiasi cittadino italiano ma che invece, come tante altre leggi contro la vita e la famiglia, è entrata nei costumi del nostro paese.
Ormai non ci si pone neanche più il problema, perché nell’immaginario collettivo, quell’esserino minuscolo che si forma nell’utero materno e che poi si sviluppa, non è altro, nella migliore delle ipotesi, che un grumo di cellule. E come grumo di cellule può e deve essere eliminato senza scrupoli se dà il benché minimo disturbo. (altro…)

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Figli abusati: Moira, il padre gay e la madre lesbica

  • Categoria dell'articolo:Famiglia
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La verità fa male ma va ascoltata, specialmente se a parlare sono figli che hanno vissuto l’incubo della violenza psichica e fisica da parte di genitori LGBT: il padre gay e la madre lesbica. 

Perché quando i figli subiscono abusi in famiglia sono sempre tutti molto attenti e pronti a gridare allo scandalo (giustamente); ma non in casi come questo.

Si tratta di Moira Greyland, figlia della famosa scrittrice di fantascienza Marion Zimmer Bradley (nella foto) e di Walter Breen, un’autorità di fama mondiale nella numismatica.

In un libro autobiografico, “The Last Closet: The Dark Side of Avalon”, rivela le inenarrabili violenze psichiche e gli abusi sessuali che ha dovuto subire dai suoi genitori biologici, lei e i suoi fratelli: il padre gay, la madre lesbica

La stessa Greyland risponde subito alle facili obiezioni che le vengono sollevate: «Ho sentito tutte le solite proteste: “I tuoi genitori erano malvagi perché erano malvagi, non perché erano gay”: non sono d’accordo. Il problema di fondo è un problema filosofico, ideologico, basato su convinzioni comuni alla cultura gay e che in una società ipersessualizzata si vanno diffondendo anche oltre il mondo LGBT: tutto ciò che riguarda il sesso è lecito, non importa cosa sia».

«Tutti i figli cresciuti con genitori gay con cui ho parlato hanno certe cose in comune» ed è anche per loro che Moira racconta la sua esperienza.

Sin da piccola è stata indottrinata a forza con l’ideologia LGBT, tanto che i genitori si sono mostrati profondamente delusi dal fatto che avesse sviluppato un’attrazione per il sesso opposto.
Il padre le contendeva  i ragazzi e la madre era una tiranna insensibile. Nel clima di profonda intolleranza che si respirava, Moira fu persino costretta a tenere segreta la sua conversione al cristianesimo. (altro…)

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Alfie morirà come Charlie

  • EUTANASIA DI STATO
  • Il bambino vive nonostante i pronostici medici e interagisce pur sedato.
    Ma per il giudice: “Ha bisogno di pace”, quindi va fatto morire soffocato.
    Ancora una volta, come avvenuto con Charlie e Isaiah,
    una “qualità di vita” lontana da quella che la cultura edonista ha stabilito, è ritenuta inaccettabile.
    “Capite che mio figlio è stato condannato a morte?”, ha dichiarato il padre: “Aiutateci così”.

Alfie morirà come Charlie. Il padre: “Non ci arrendiamo”

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L’Emilia-Romagna si conferma prima… in cultura di morte!

Come è noto, il cosiddetto «testamento biologico» (eutanasia) è divenuto legge ed è entrato in vigore il 31 gennaio 2018. È pure noto che l’applicazione di gran parte delle leggi inerenti la Sanità è competenza delle Regioni.

 

Ebbene, in soli 15 giorni, la Regione “rossa” per eccellenza, si è attrezzata per inserire le DAT nel nuovissimo fascicolo elettronico sanitario regionale.

 

Si tratta di una notevole facilitazione che, oltre a non prevedere la possibilità dell’obiezione di coscienza da parte del medico, è un altro strappo ai valori antropologici che si fondano sul bene prezioso ed insostituibile della vita, aprendo la strada all’autodeterminazione per la morte, legittimata e garantita dalla norma pubblica.

 

Visto che siamo in periodo elettorale, ai lettori gioverà sapere che, oltre a quello del Partito Democratico, si registra l’entusiasmo dei 5stelle che, addirittura, rivendicano: «Come abbiamo sempre [detto] quella di poter decidere autonomamente sul proprio percorso di fine vita è una questione fondamentale. Per questo siamo molto soddisfatti che la Regione […] abbia deciso di convergere sulla nostra proposta». (altro…)

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La scienza e l’utero in affitto

Si sente spesso dire che “le ricerche scientifiche non dimostrano che esista alcun problema per un bambino a crescere senza padre o senza madre, con due maschi o due femmine...”.
Così, tirando il ballo la parola “scienza”, si vorrebbe confinare nel territorio dell’irrazionalità coloro secondo i quali padre e madre sono necessari al benessere psico-fisico di ogni creatura.

Ma queste ricerche “scientifiche”, sono davvero tali?

In verità la ricerca psicologica non è mai scientifica in senso pieno perché si applica non ad un oggetto semplice (un sasso, una piuma), ma ad un soggetto complesso, una persona, che è anima, corpo; perché ciò che viene indagato, la felicità, il benessere psichico, è escluso a priori dall’indagine scientifica di tipo galileiano, in quanto né misurabile né quantificabile.
Infatti mentre di un oggetto possiamo dire quanto pesa e quale sarà il suo comportamento in una determinata circostanza, non potremo mai fare lo stesso per una persona umana, dotata di libertà. (altro…)

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Pamela – Oseghale: e la droga?

Nessuno vuole dire che il problema è la droga

Hanno incolpato anche loro per la fuga di Pamela, fatta a pezzi dal nigeriano, uno spacciatore clandestino, Innocent Oseghale. Eppure la comunità terapeutica Pars di Civitanova Marche ha salvato tanti giovani dalle dipendenze, come testimoniano loro stessi in un libro Il miele e la neve. Il ritorno di chi si era perso, l’avventura della Pars, dove si descrivono quanti miracoli possa fare una comunità terapeutica quando “l’educazione, che implica la libertà, viene messa al centro”, spiega alla Nuova BQ, José Berdini, responsabile della Pars.

Sull’omicidio di Pamela, secondo lui si è detto di tutto, tranne che “il vero problema: la droga. Il disastro non nasce solo con l’immigrazione ma da una cultura che normalizza la droga! Non lo dice nessuno perché ormai è un tabù rinforzato da un asse”.

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