INTRODUZIONE: FAMIGLIA E PROCREAZIONE 1. Il Pontificio Consiglio per la Famiglia, fedele alla sua vocazione originaria, ? attento ai segni dei tempi per dare la giusta risposta ai numerosi problemi che la famiglia trova nel suo cammino. Il Papa Giovanni Paolo II, felicis recordationis, che nel corso degli anni ha voluto seguire da vicino questo Dicastero e gli ha dimostrato un amore preferenziale, ha disegnato il panorama delle nostre attivit? al servizio della famiglia, pilastro della societ? e luogo insostituibile per la trasmissione della vita, e della vita alla luce della fede cristiana. Nel Motu Proprio del 9 maggio 1981, Familia a Deo instituta, il Santo Padre scriveva: “Un’attenta riflessione sull’esperienza di questi anni, ma soprattutto il desiderio di dare una risposta sempre pi? adeguata alle attese del popolo cristiano, raccolte dall’episcopato di tutto il mondo e manifestate dal recente sinodo dei Vescovi (1980) dedicato alla famiglia, richiede una nuova propria fisionomia ed una struttura organizzativa in modo che esso possa affrontare la problematica specifica della realt? familiare in ordine alla cura pastorale e all’attivit? apostolica relativa a questo nevralgico settore della vita umana… Spetta al Pontificio Consiglio per la Famiglia la promozione della cura pastorale delle Famiglie e dell’apostolato specifico in campo familiare, in applicazione degli insegnamenti e degli orientamenti del magistero, in modo che le famiglie cristiane possano compiere la missione a cui sono chiamate” (n. 3). Direttive profetiche e obiettivi necessari 2. Tra i compiti specifici vengono enumerati: “Diffondere la dottrina della Chiesa sul matrimonio e la famiglia, sia nella catechesi che a livello scientifico; promuovere e coordinare iniziative in ordine alla procreazione responsabile” (ibid). I recenti dibattiti su famiglia, vita e popolazione, confermano che le direttive impartite venticinque anni fa al Consiglio non hanno perduto pertinenza, n? forza profetica. Proprio in questo ampio panorama di servizio alla causa della Famiglia e in ossequio all’orientamento dato dal Pontefice, affrontiamo oggi il tema della procreazione responsabile nella famiglia. A nessuno sfuggono sia l’attualit? del problema, sia l’urgenza e la necessit? di dibatterlo. Mai nella storia del passato la procreazione umana e, quindi, la famiglia, che ? il suo luogo naturale, sono state minacciate come nella cultura odierna. Le cause sono diverse, ma 1′”eclissi” di Dio, creatore dell’uomo, sta alla radice della profonda crisi attuale della verit? tutta intera sull’uomo, sulla procreazione umana e sulla famiglia (1). 3. In tutto il mondo, sia nei paesi di antica tradizione cristiana, sia in nazioni in cui la fede ? arrivata pi? recentemente, ci sono numerose famiglie nelle quali i genitori vivono profondamente uniti e nelle quali i figli hanno la gioia di essere nati e di poter crescere in un luogo animato da spirito cristiano. ? vero che mai come ora l’istituzione naturale del matrimonio e della famiglia ? stata vittima di attacchi tanto violenti. Da correnti radicali, sono sorti nuovi modelli di famiglia. Abbiamo visto manifestarsi l’apologia della famiglia monoparentale, ricostituita, omosessuale, lesbica, ecc. Coppie formate da omosessuali rivendicano gli stessi diritti riservati al marito e alla moglie; reclamano perfino il diritto di adozione. Donne che vivono un’unione lesbica rivendicano diritti analoghi, esigendo leggi che diano loro accesso alla fecondazione eterologa o all’impianto embrionale. Inoltre si sostiene che la facilit? offerta dalla legge di formare queste coppie insolite, deve andare di pari passo con la facilit? di divorziare o ripudiare. Certe correnti di bioetica, poi, non sono estranee alla crisi della famiglia. Negli esempi che abbiamo fatto, ? la legge che ? chiamata a legalizzare forme d’unione che destabilizzano il matrimonio e la famiglia. Nel caso, invece, di certe correnti di bioetica, ? la morale ad essere mobilitata per cercare di giustificare pratiche bio-mediche che separano, nell’unione coniugale, il fine unitivo da quello procreativo, la sessualit? dall’amore. Le coppie sono esposte, cos?, ad essere alienate dall’intima verit? dei loro rapporti sessuali. La trasmissione della vita diventa una questione di tecnica e di tecnici. A volte, questi ultimi sognano perfino di fabbricare la vita, vita di ineccepibile qualit?. L’avvenire sarebbe quello di una procreazione senza amore umano. Terzo fronte sul quale la famiglia vacilla ? quello delle politiche di controllo delle nascite. Dietro l’influenza delle ideologie maltusiane, neomaltusiane ed eugeniche, il comportamento sessuale delle coppie ? sempre pi? vittima di pressioni, cio? di forme di coercizione, emanate da autorit? pubbliche, nazionali o internazionali, e riprese da ONG senza scrupoli. Non mancano dati che attestano la percentuale allarmante di donne sterilizzate, soprattutto nei paesi poveri. Disponiamo altres? di rapporti relativi ad un’alta percentuale di donne che sono ricorse alla contraccezione e all’aborto.(2) A questi fattori se ne aggiungono altri: il matrimonio ? sempre pi? tardivo; la nascita del primo figlio avviene sempre pi? avanti negli anni; il divorzio ? sempre pi? frequente e facile; una percentuale crescente di giovani tende a vivere in unioni consensuali libere.(3) In breve, la situazione resta drammatica. Essa insinua l’esistenza di una correlazione tra gli attacchi, di cui la famiglia ? oggetto, e quelli che hanno ripercussioni preoccupanti sulla procreazione. Cos? ? imprescindibile una riflessione che metta in luce i fondamenti antropologici della vita familiare come luogo o ambito della procreazione e che in questo modo sia un aiuto alle molte persone che oggi desiderano condurre una vita familiare ricca e feconda e contribuisca alla rigenerazione sociale della famiglia nei contesti in cui questa rigenerazione ? necessaria. 4. Il Concilio Vaticano II ci apre la via per una ricerca efficace di questo senso della vita umana, che si presenta come problema e mistero, ma la cui soluzione si trova nel mistero di Cristo (GS 22). Per nostra fortuna, la Chiesa, sebbene ogni giorno si interroghi con il salmista “Signore Dio nostro, cosa ? l’uomo?” (Sal 8) di fronte all’instabilit? degli umanesimi atei, ? tuttavia fermamente convinta, come affermava con vigore Giovanni Paolo II a Puebla, di possedere la verit? integrale sull’uomo, sulla sua origine e sul suo destino. E di conseguenza sulla sua vita sociale, giacch?, come dice lo stesso Concilio, “Dio, che ha cura di tutti con paterna sollecitudine, ha voluto che gli uomini costituiscano una sola famiglia e si trattino tra loro come fratelli” (GS 24). “Come Pastori – affermava Giovanni Paolo II – avete la piena consapevolezza che il vostro principale dovere ? quello di essere Maestri della Verit? […] che viene da Dio; che porta con s? il principio dell’autentica liberazione dell’uomo”. E citando l’Esortazione Apostolica Evangelii Nuntiandi di Paolo VI, Giovanni Paolo II aggiunge: “Il V angelo che ci ? stato affidato ? anche parola di verit?. Una verit? che rende liberi […], la verit? su Dio, la verit? sull’uomo e sul suo misterioso destino, la verit? sul mondo…”.(4) In questo orizzonte di comprensione, il pensiero cristiano sull’uomo si trova tra il gi? e il non ancora. Le due ali che elevano l’uomo cristiano, la ragione e la rivelazione, sono utilizzate per il volo verso la comprensione sempre pi? profonda del suo mistero. I due libri, scritti col dito di Dio, sempre aperti e mai letti totalmente da nessuno dei mortali, quello della natura e quello della Scrittura, sono la nostra guida per l’itinerario della mente cristiana verso l’uomo. Questo insieme di conoscenze e di verit? antiche e sempre nuove ? tipico del pensiero cristiano. La natura e la grazia sono ben distinte, ma sono chiamate alla mutua cooperazione. Il Doctor communis ha formulato questo rapporto in modo chiaro e definitivo: Gratia non tollit, sed perficit naturam.(5) Il cammino dell’uomo ha qualcosa d’infinito. Il filosofo Eraclito lo confessa in una celebre sentenza sull’anima: “Cammina, cammina, mai arriverai ai confini dell’anima, cos? grande ? il suo logos!”.(6) Per il cristiano questo camminare pu? essere in occasioni difficili, giacch? richiede amare ed esige fedelt?, per? non ? mai incerto, perch? conta sulla luce della fede, l’esempio di Cristo e la forza della grazia comunicata dallo Spirito Santo. NOTE
l Questo documento fa seguito ad altri del Pontificio Consiglio apparsi negli anni precedenti: 1992: Al servizio della vita; Dalla disperazione alla speranza; 1993: La Chiesa e l’anno Internazionale della Famiglia; 1994: Evoluzioni demografiche, Dimensioni etiche e pastorali; 1995: Sessualit? umana; verit? significato; 1996: Preparazione al sacramento del matrimonio; 1997: Vademecum per i confessori su alcuni temi di morale attinenti alla vita coniugale; 1999: Famiglia e diritti umani; 2000: Famiglia, matrimonio e “unione di fatto“.
2 Contraccezione frequentemente connota aborto potenziale o reale. La “pillola del giorno dopo” lo ? intenzionalmente. Impedendo l’annidamento, cio? la fissazione dell’uovo fecondato nella mucosa dell’utero, il farmaco causa l’espulsione dell’uovo fecondato. Pertanto, tali farmaci non mirano a impedire la fecondazione, l’inizio di una nuova vita umana, ma la sua eliminazione (cf. Contraccezione preimpiantatoria e di emergenza, in: PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA, Lexicon, termini ambigui e discussi su famiglia, vita e questioni etiche, Ed. Dehoniane 2003 [citato: LEXICON], pp. 127-143).
3 Nella Familiaris Consortio (n. 81) si parla di “unioni libere di fatto”, ma non nel senso attuale delle unioni di fatto, PACS, che sono un fenomeno recente con la pretensione di chiedere gli effetti civili come se fossero matrimoni.
4 Discorso di Giovanni Paolo II alla III Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, Puebla (Messico), 28 gennaio 1979, n. I; PAOLO VI, Esortazione Apostolica Evangelii nuntiandi (8 dicembre 1975), 78.
5 La grazia non elimina, ma perfeziona la natura. S.Th., I,1 8 ad 2.
6 ERACLITO, Fragmenta dai Presocratici, DIELS 22 B 45.
PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA: FAMIGLIA E PROCREAZIONE UMANA