IL CASO Un libro accusa il genetista, ma la condanna del razzismo nazista fu netta | |
GEDDA, NIENTE EUGENETICA | |
| |
Luigi Gedda paladino dell’?eugenetica razzista?, colluso con ?studiosi coinvolti nei progetti della scienza della morte nazista?? Lo storico presidente dell’Azione Cattolica, campione dell’apostolato laico, sarebbe stato dedito ad esperimenti sulla scia di Josef Mengele? La tesi, a dir poco strampal … | |
DI ANDREA A. GALLI da Avvenire-Agora di Sabato 25/02/2006 |
Come non bastasse, Gedda aggiunge: ?Ho avuto occasione di scrivere su questo argomento di natura pi? strettamente medica, dimostrando come questo modo di intendere gli effetti che una mescolanza di razze pu? produrre sull’organismo umano ? totalmente aprioristico e perci? non scientifico?.
Parole molto dure, segno di una chiara e inequivocabile presa di distanza rispetto all’eugenetica nazista. Del resto, sull’eugenismo di Gedda basterebbe prendere in mano un testo di bioetica ante litteram come Problemi di frontiera della medicina (1963) dove in capitoli come ?la fertilit? e l’etica dell’esperimento sull’uomo? si possono leggere allarmi profetici sull’?essere la moderna tecnica di laboratorio in grado di realizzare con facilit? crescente la fecondazione in vitro ed anche di potervi dare seguito provocando gli stadi successivi dell’embriogenesi?, ponendo all’attenzione dei lettori i contenuti inquietanti di un libro come Brave new world di Aldous Huxley.
Ma l’articolo di Repubblica fa anche non poche insinuazioni sui contatti di Gedda con personaggi coinvolti con la medicina nazista, come Otmar von Verschuer. Sull’episodio Paolo Parisi, ordinario di biologia allo Iusm di Roma e collaboratore di Gedda per oltre trent’anni, invita a non fare confusione: ?Gedda ebbe contatti con innumerevoli personalit? del mondo scientifico, dei pi? svariati ambiti e Paesi. In particolare per i suoi studi sui gemelli ebbe contatti con chiunque si fosse occupato della materia, considerata allora la via aurea per gli studi sull’ereditariet?. Von Verschuer se ne era occupato fin dagli anni ’20 ed era un riferimento obbligato nella letteratura mondiale del settore. I rapporti fra i due furono comunque praticamente nulli. Di pi?: quando nel 1960 Gedda seppe del coinvolgimento di von Verschuer con il nazismo decise di non invitarlo ad un importante convegno che si tenne a Roma l’anno successivo?.
Bruno Dallapiccola, che oggi dirige l’Istituto Mendel fondato da Gedda e che ha conosciuto bene il genetista italiano scomparso nel 2000, da parte sua s’indigna all’idea che le indagini antropometriche svolte da Gedda sugli atleti delle Olimpiadi di Roma avessero un orientamento “nazista”: ?Allora anche la medicina forense si appoggiava a misure antropometriche. Gedda, che tra le tante cose ? stato anche colui che ha iniziato in Italia la medicina dello sport, cerc? semplicemente, con la sua genetica mendeliana, di provare un’intuizione che ? stata poi confermata dalla genetica molecolare: ossia che l’efficienza sportiva ha anche una base ereditaria?.
?Nella genetica degli anni ’30 si respirava un diffuso determinismo biologico?, ricorda poi Claudia Mantovani, autrice di Rigenerare la societ?. L’eugenetica in Italia dalle origini ottocentesche agli anni Trenta. ?Pu? darsi che Gedda ne abbia portato con s? delle tracce, ma resta il fatto che l’opposizione di principio e di fatto della Chiesa cattolica a quelle tendenze fu radicale?