Belgio: Rapporto sui Pacs

  • Categoria dell'articolo:Famiglia

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Belgio, cos? la legge si ? staccata dal corpo


Xavier Dijon


Pubblichiamo ampi stralci dell?articolo “I cambiamenti del diritto di famiglia in Belgio. Una riflessione etica” scritto dal padre gesuita Xavier Dijon, giurista all?universit? di Namur e pubblicato nell?ultimo numero di “La Civilt? Cattolica” di gennaio 2007.


In Belgio di recente c?? stata un?intensa attivit? legislativa che ha modificato le strutture fondamentali della famiglia. La variazione si pu? riassumere in un divorzio tra la legge positiva e i dati corporali della natura. Come rendere conto di tale evoluzione?

Le tappe della separazione dalle leggi del corpo


Con la legge del 13 febbraio 2003, che apre il matrimonio alle persone dello stesso sesso, il legislatore belga ha accuratamente cancellato, nelle disposizioni del Codice civile, tutte le indicazioni della differenza dei sessi proprie dell?istituto matrimoniale: il marito o la moglie diventano sistematicamente “uno degli sposi”. Cos?, a proposito dell?incesto, la legge precisa che il matrimonio ? vietato non solo tra fratello e sorella, ma anche tra fratelli o tra sorelle (art. 162 del Codice civile). Prevede pure che, dopo il divorzio, la dispensa reale che consente all?ex-marito di sposare la sorella dell?ex-moglie ? necessaria anche per consentirgli di sposare il fratello di questa. In Belgio, gli ufficiali dello stato civile, i notai, i magistrati e i professori di diritto devono perci? abituarsi a cancellare dalle loro immagini linguistiche il riferimento del matrimonio alla dualit? uomo-donna. La riforma, sebbene tanto sconvolgente, si limitava tuttavia alla relazione tra congiunti, senza coinvolgere un qualsiasi legame di filiazione. Infatti, nello stesso anno 2003, il legislatore belga, modificando in parecchi punti di fondo e di forma l?istituto dell?adozione, precisava che gli adottanti (sposati o conviventi da almeno tre anni) devono essere di sesso diverso. Ora il legislatore ha soppresso quest?ultima limitazione, introducendo nella famiglia la rivoluzione operata tre anni prima nel matrimonio. Il 20 aprile 2006 il Senato approvava con un voto di differenza (34 s?, 33 no, 2 astensioni) il progetto di legge che consente l?adozione di bambini da parte di persone dello stesso sesso. Ormai due uomini o due donne, sia sposati sia conviventi da tre anni, possono acquisire una vera filiazione adottiva con un bambino. Poich? la legge belga riconosce ormai il rapporto coniugale tra due uomini o tra due donne, e anche la loro responsabilit? strettamente parentale, rimane un terzo passo da compiere, cio? dare effettivamente dei bambini alla coppia omosessuale. Tale nuova fecondit? pu? essere realizzata dalla coppia in tre modi. Il bambino pu? provenire, in una coppia dello stesso sesso, sia da una relazione avvenuta prima tra uno dei congiunti di questa coppia e un (o una) partner dell?altro sesso; sia da un?istituzione (del Paese o del Terzo Mondo) che accoglie bambini abbandonati; sia ancora dalla procreazione medicalmente assistita a partire dai gameti maschili e femminili. (…)


L?accesso al figlio virtuale?


Appena asciugato l?inchiostro della legge che apre l?adozione alle unioni di persone dello stesso sesso, al Senato belga ? iniziata la discussione di un progetto di legge relativo alle procreazioni medicalmente assistite. Una delle disposizioni pi? rilevanti di questo progetto di legge riguarda i suoi beneficiari o, pi? esattamente, la non-precisazione dei suoi beneficiari. Infatti nell?articolo 2 del progetto si trova questa definizione dell?”autore del progetto genitoriale”: “Ogni persona che abbia deciso di diventare genitore per il tramite di una procreazione medicalmente assistita, effettuata o no a partire dai propri gameti o embrioni”. Il resto del progetto non prevede alcuna differenza a seconda che l?autore di tale progetto genitoriale sia solo o in coppia e, nel secondo caso, in coppia sposata o non sposata, eterosessuale o omosessuale. Poco importa. La sola esigenza della legge, nei confronti degli autori non isolati, consiste nell?assicurarsi della realt? e della persistenza dell?accordo dei partner a proposito del progetto genitoriale e nel regolare i conflitti che potrebbero sorgere in seguito tra loro. (…) Tra breve tempo il legislatore belga avr? posto sullo stesso piano: anzitutto, nel matrimonio, le coppie omosessuali e le coppie eterosessuali; quindi, nell?adozione, i genitori dello stesso sesso e i genitori di sesso diverso; infine, nella procreazione medicalmente assistita, gli autori isolati e gli autori in coppia di un progetto genitoriale. Rimarr? allora un?ultima tappa legislativa da superare per consumare il divorzio tra la legge belga e la legge leggibile nel corpo: l?uguaglianza della coppia omosessuale maschile e della coppia omosessuale femminile tramite la gestazione per altri. Parecchi progetti di legge ? ancora da discutere ? tendono a organizzare questo modo particolare di gestazione (…). Intanto ? importante riflettere sui dinamismi messi in atto dalla distanza che il legislatore ha preso cos? rapidamente nei confronti dei dati della natura, per i quali, secondo l?ordine del corpo, la procreazione deriva dall?incontro dell?uomo e della donna. Per rendere conto dell?evoluzione in corso, il giurista belga ricorrer? volentieri alle tre parole che sono l?emblema della Francia: libert?, uguaglianza, fraternit?.


L?unione della libert? e dell?uguaglianza


Nei dibattiti parlamentari, svoltisi a proposito della legislazione qui ricordata, ritornano continuamente due argomenti, fondati sulla libert? in rapporto alle costrizioni e sull?uguaglianza delle diverse forme di vita. La terza parola della trilogia repubblicana ? la fraternit? ? si ?, per cos? dire, indebolita in questa estrema esagerazione della libert? di ciascuno e dell?uguaglianza di tutti. La libert? si presenta come la prima evidenza. Mentre, di solito, la legge ? legata all?idea di obbligazione o di limite, qui ? pensata per aprire uno spazio il pi? possibile illimitato. Chi volesse restringere tale spazio di libert?, diceva un senatore, sarebbe chiamato a giustificarsi. Questa liberazione si esercita nei confronti delle costrizioni dello spirito ma anche del corpo. L?affermazione del pluralismo democratico consente infatti a ogni soggetto di vivere una libert? di spirito in rapporto a norme raccomandate da altri, poich?, in democrazia, nessuno ha il diritto di imporre le proprie convinzioni etiche ai suoi concittadini. Quanto al corpo, la cui pesantezza ? cos? fortemente di ostacolo ai desideri della libert?, la scienza biomedica consente di liberarsene, poich? non solo un uomo e una donna sterili potranno, grazie ad essa, generare un figlio, ma anche una persona sola, o due uomini o due donne. Slegata cos? dalle catene sia ideologiche sia psicologiche la libert? ? vissuta interamente secondo le modalit? del progetto. In tale contesto, il punto fondamentale della generazione del bambino ? il contratto che l?autore (o gli autori) del progetto genitoriale redige (o redigono) per mezzo del loro consenso, interamente e debitamente illuminato, con il Centro di fecondazione. (…) Secondo la corrente ormai dominante, non ? pi? consentito che la legge ponga ostacoli alla libert? che ha la possibilit? di far nascere un bambino come vuole e nel modo che vuole. L?altro valore evocato ? l?uguaglianza ? conduce anch?esso in un vicolo cieco rispetto alla storia. Poco importa il passato, si dice; bisogna offrire a tutti la stessa sorte. Che il bambino sia nato nel matrimonio o fuori del matrimonio, bisogna concedere all?uno come all?altro lo stesso statuto. Che il bambino sia allevato da una coppia eterosessuale o da una coppia omosessuale, bisogna dare a questi due modelli di famiglia la stessa sicurezza giuridica. Le scelte etiche fatte in passato dagli adulti sono annullate, nella comune indifferenza che consente l?uguaglianza di tutte le situazioni effettive. L?equivalenza del fatto e del diritto diventa cos? la leva che apre tutte le porte. Poich? le coppie sterili adottano legittimamente bambini abbandonati, perch? non creare madri gestanti che cederebbero il loro figlio a coppie richiedenti? Poich? ci sono madri abbandonate dal marito che allevano da sole il proprio figlio, perch? si dovrebbe vietare l?inseminazione di una donna sola? L?atto anteriore, con cui il bambino ? stato abbandonato o con cui la moglie ? stata lasciata, qui scompare. Contano soltanto le situazioni presenti che ne sono derivate, e si devono mettere a confronto con quelle progettate dal desiderio, per giudicarle equivalenti sul “vassoio” dell?uguaglianza democratica. Chi volesse opporre a tale equivalenza il richiamo di una norma ideale che preferisca, ad esempio, che il figlio sia allevato da una coppia sposata formata da un uomo e da una donna piuttosto che da una persona sola, si vedrebbe rimproverare il suo atteggiamento discriminatorio. D?altronde ? si aggiunge per confermare la difesa con l?attacco ? ? cos? vero che i figli allevati dalle coppie cosiddette conformi alla norma ideale sono sempre felici? La sofferenza che a volte i figli conoscono in tali famiglie prova ? si dice ? che nessun modello pu? essere privilegiato, e quindi che la legge deve mettere tutti su un piano di parit?. A partire da tutto ci? che ?, la legge deve ammettere che tutto pu? essere. (…)  In un breve articolo intitolato “La famiglia senza la natura” Fran?ois Dagognet rende ottimamente conto delle evoluzioni in corso. La famiglia, un tempo attaccata dalle correnti di sinistra come fortezza del conservatorismo, trova oggi un nuovo futuro, perch? fonda una vita a due che ? dice l?Autore ? salva l?individuo dalla sua soggettivit?. Ma questa nuova prospettiva ? stata resa possibile dall?uscita della famiglia dalla sua naturalit?. Il movimento ? iniziato con la concessione del divorzio, che libera il soggetto dalla costrizione del matrimonio; poi dell?aborto, che libera la donna dalla maternit? forzata; infine con le procreazioni medicalmente assistite, che aprono la possibilit? di una fecondit? fuori del corpo. Continuando tale movimento ? conclude F. Dagognet ? non resta che autorizzare nella legge, “al di l? del Pacs”, il matrimonio omosessuale e l?omogenitorialit?. Questa tesi si impone come la conclusione dell?evoluzione in corso.
Davanti alla potenza di tale movimento sociale, forse non abbiamo altra scelta politica che proporre ai nostri contemporanei di meditare sui pericoli di un regime sociale in cui la libert? e l?uguaglianza occupino tutto lo spazio destinato alla fraternit?, per eliminarla.


La fraternit? come legge di umanit?


Mentre la libert?, da un lato, e l?uguaglianza, dall?altro, rivaleggiano tra loro con la pretesa di fare tabula rasa delle condizioni ereditate e delle scelte fatte nel passato, scegliendo di iniziare la vita nel momento presente, la fraternit? prende le distanze da questa infatuazione dell?immediato, perch? d? alla storia il suo peso. La fraternit?, infatti, suppone l?origine comune, di nascita, degli esseri che unisce. Nel senso stretto del termine, i fratelli e le sorelle sono nati dagli stessi genitori. Si riferiscono a una storia che li tiene insieme gi? nei corpi. (…) Evocare la fraternit?, in aggiunta alla libert? e all?uguaglianza, significa dunque tenere insieme il corpo, l?altro e la storia. Tutti gli umani possono rispettarsi reciprocamente perch? hanno la stessa origine, nati dall?uomo e dalla donna. In tale comune nascita possono riconoscere la fraternit? che li lega. Cos? rinunciano a liberarsi della condizione sessuata da cui provengono e che segna il loro corpo. In tal modo accettano anche di continuare una storia che ? gi? la loro. Mentre uguaglianza e libert? ammettono che embrioni umani siano conservati al freddo in nome di un progetto genitoriale accessibile a ciascuno, per essere poi rifiutati quando tale progetto genitoriale si ? liberato della propria costrizione, la fraternit? non tollera tale mancanza di rispetto. Non sopporta che un bambino concepito in vitro sia orfano, fin dall?inizio, di padre o di madre. Non ammette neppure che gli sia celata la conoscenza delle sue origini. La fraternit? non vuole che un bambino possa essere privato del diritto di assumere la propria condizione sessuata in riferimento alla dualit? sessuale dei suoi genitori. La fraternit? si mette al posto dell?altro. Continuando la loro corsa fuori della fraternit?, la libert? e l?uguaglianza finiscono nel vicolo cieco del disprezzo o della violenza. Rimanendo fuori della fraternit?, la libert? si interessa soltanto della liberazione di se stessa, senza sentirsi molto legata a ? n? responsabile di ? la libert? altrui. Cos? l?uguaglianza non vede pi?, nella differenza sessuale, che una discriminazione supplementare da combattere, e non l?occasione per stringere il legame umano pi? fondamentale. Divenute cos? orfane, la libert? si considera la propria origine, e l?uguaglianza la sua fine. Allora il tempo non si misura pi? con la successione delle generazioni che si trasmetterebbero la sconvolgente legge della nascita, ma si raccoglie nel momento presente, in cui ciascuno vuole disporre di tutto, subito, come gli altri.