Bologna: arriva il 15° gender bender

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Anche quest’anno la città più gaia d’Italia si prepara ad accogliere il «festival internazionale [degli] immaginari prodotti dalla cultura contemporanea». Come sempre, un evento di così grande importanza culturale si svolge col patrocinio del Comune e della Regione – con relativi contributi e sale, teatri e locali dell’amministrazione -, entrambe a guida Partito Democratico.

Ma che cos’è questa «cultura contemporanea» che si celebra?
Un gruppetto di volontari si è preso la briga di spulciare e verificare gli oltre «cento appuntamenti per dodici giorni, in oltre venti spazi della città [che] animano il festival, prodotto dal Cassero, il centro LGBT bolognese», scoprendo che i millantati «cinema, incontri, danza» hanno un unico filo conduttore: la corruzione sessuale delle persone, in particolare dei giovani.

L’esame di ogni singolo evento “culturale” è stato poi riclassificato per categorie: il risultato è terrificante: solo 27 di 106 eventi ha carattere culturale, benché di una cultura che però è incomprensibile alle persone normali:  «Danza. In Andante lo spazio teatrale – e con esso il pubblico – è immerso in un fumo che tutto fonde e confonde: il confine tra palco e platea scompare e lo spettatore viene coinvolto – e travolto – dalle suggestioni cinestetiche evocate dagli elementi della coreografia e dal movimento dei performers».

Ma la maggior parte degli eventi ha ben altra natura.
Si va da uno spettacolo di ballerini alpini nudi a un karaoke di travestiti; da un teatro di gay muscolosi a uno di transessuali; da uno spettacolo di uomini in slip alla presentazione di un libro di lesbiche che vogliono “produrre” un bambino.
Quasi ogni giorno c’è la mostra di una graphic novel, che in pratica sembra poco più di un fumetto porno: «una storia sulle relazioni, sul sesso» dell’autrice che ha ispirato il film lesbico La Vita di Adéle.
Quasi ogni sera una “festa danzante” ha inizio alle 23:30, proprio nella sede del Cassero-LGBT offerta praticamente gratis dal sindaco di Bologna: così è descritta la “festa” della sera di Ognissanti: «Dj: Gloria Viagra [vera e propria icona della scena LGBT berlinese]; Claudia Tucci Play The Gender Games; Vagina Fister; Lotta nel fango: Un halloween queer». Facile immaginare come vanno a finire queste “feste”…
Arriviamo ai film “culturali”: si va da una storia del sesso nel Novecento a vari film gay; dal solito adolescente “che si veste da donna” al transessuale; dal sadomaso ai cortometraggi omosessuali per “formare” gli insegnanti delle scuole, fino alle prime avvisaglie di pedofilia, con ragazzi che han rapporti con uomini maturi.
Non manca l’irrisione della religione: dalla “teologa” che parla de «Il genere di Dio», ai film «Jesus is dead» e «Holy camp».
Potremmo continuare per pagine e pagine ma pensiamo che ce ne sia abbastanza per nauseare anche gli stomaci più forti.

Menzione meritano i vari partner del festival: nessuna sorpresa di trovarvi Coop Alleanza 3.0 e Granarolo (che i bolognesi sanno essere da sempre “il latte proletario”). Non può mancare il ministero dei Beni Culturale e, di nuovo, la Regione Emilia-Romagna con l’assessorato alla Cultura. L’Università di Bologna fornisce addirittura sconti su quasi ogni evento, così che il maggior numero di studenti possa abbeverarsi da queste “fonti culturali moderne”.
Ma c’è una new entry a sorpresa: la Confcommercio-Ascom della Provincia, cioè la stessa associazione che qualche anno fa aveva espresso l’unico sindaco “bianco” nella storia di Bologna. Si spera che qualcuno provveda ad informare i commercianti soci: probabilmente non saranno molto contenti dell’uso che viene fatto delle loro quote, tanti auguri ai dirigenti Ascom per questa partnership “geniale”.

L’ultimo pensiero va a chi non c’è e dovrebbe invece farsi sentire: dall’arcivescovado di Bologna si leva un silenzio assordante.

 

da: https://www.osservatoriogender.it/bologna-arriva-15-gender-bender/

 

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