di Elena Molinari
Avvenire, 18-9-2008
Dagli scienziati elettrizzati dalla possibilità di riportare cellule adulte allo stato embrionale ai luminari della medicina rigenerativa; dalle aziende che cercano la strada più rapida "dal laboratorio al mercato" ai "venture capitalists" a caccia del nuovo filone d’oro su cui investire; dai promotori della ricerca senza limiti ai difensori del veto del governo americano alla produzione di embrioni per scopo terapeutico. Il mondo delle cellule staminali si riunirà allo stesso tavolo, lunedì e martedì prossimi a Madison, la capitale del Wisconsin, per il 2008 World StemCell Summit, l’appuntamento annuale di maggior rilievo in America per il settore. Con gli occhi puntati su un solo, epocale evento: la scoperta di Yamanaka e Thomson, alla fine dello scorso anno, sulla possibilità di trasformare cellule della pelle in cellule in tutto simili a quelle embrionali, e cioè in grado di rigenerare i tessuti nei quali sono impiantate.
La conferenza (la prima dopo l’avvento del "protocollo Yamanaka") assume il sapore di un evento storico, se si pensa che proprio dal Wisconsin era partito il dibattito sull’utilizzo di cellule embrionali nella ricerca. Fu infatti lo stesso James Thomson, nel 1998, ad estrarre in un laboratorio dell’University of Wisconsin cellule indifferenziate da un embrione annunciando poi al mondo sia il loro potenziale rigenerativo che l’inevitabile uccisione dell’embrione che le aveva create. Ma questo era 10 anni fa: non a caso Thomson aprirà i lavori del convegno della prossima settimana con un intervento dal titolo: "Riprogrammazione: una nuova visione per creare cellule su misura di paziente". A partire dalla sua presentazione degli enormi passi avanti compiuti dalla ricerca negli ultimi 12 mesi, la due-giorni rifletterà sul modo di tradurli in risultati concreti per le aziende farmaceutiche e biotecnologiche e, di conseguenza, per i malati.
Durante una tavola rotonda chiamata "Commercializzazione delle cellule staminali e tendenze di mercato", ad esempio, un docente di medicina dell’Università di Melbourne, in Australia, Silviu Itescu, spiegherà di aver sperimentato con successo una terapia che consente di estrarre cellule dal midollo osseo di un paziente con gravi fratture e di reimpiantarle nella ferita stessa perché si moltiplichino e ricostruiscano i tessuti muscolari e ossei danneggiati. Itescu ha fondato la società Mesoblast, per commercializzare il risultati del suo lavoro e sta cercando investitori.
A Madison non gli mancheranno potenziali interlocutori. Molte società d’investimento specializzate in biotecnologie saranno infatti in Wisconsin proprio per capire come meglio allocare le loro risorse. È il caso di Stephen Dunn della Dawson James Securities, che negli ultimi mesi ha pubblicato numerose analisi di mercato che consigliano agli operatori del settore di scommettere sulle cellule staminali adulte, a suo dire «un investimento molto migliore dal punto di vista di Wall Street di quelle nelle cellule embrionali». Dunn al World StemCell Summit arriverà con una domanda precisa: quanto ci vorrà per vedere applicazioni concrete e diffuse delle scoperte di Yamanaka e Thomson? «La ricerca in questo campo sta muovendosi talmente alla svelta che fra 10 anni ci dimenticheremo che la ricerca sulle cellule embrionali sia persino esistita – spiega – e se il governo federale non lo capirà e non investirà pesantemente in questo settore, lo farà Wall Street. L’importante è che la Food and Drug Administration si muova velocemente ad approvare queste nuove applicazioni».
Un’altra risposta arriva dalla società d’investimenti Kleiner Perkins Caufield & Byers, che ha puntato "milioni" (la cifra esatta è top secret) su un’azienda di San Francisco, la iZumi, nata con lo scopo esclusivo di «espandere i metodi rivoluzionari per la creazione di cellule pluripotenti e il loro uso per la rigenerazione di spine dorsali, cuori e cervelli danneggiati». La Kleiner Perkins Caufield & Byers conta di vedere il proprio investimento fruttare nel giro di un paio d’anni. Lo spera anche un altro gruppo che sarà presente in forze a Madison, quello delle associazioni e fondazioni che rappresentato i pazienti affetti da malattie degenerative (Parkinson, Alzheimer, distrofia muscolare, traumi spinali…). La loro azione di lobby sul Congresso, affinché metta lo studio delle staminali su un binario privilegiato, è uno dei motori che permetteranno alla ricerca di essere tradotta in terapie a disposizione degli ospedali e delle cliniche private su larga scala. E di ridare così speranza a chi attende ansiosamente una cura.