Elena Molinari, Avvenire 24 settembre 2008
Le promettenti potenzialità della ricerca che non sacrifica embrioni umani
Ci sono malattie, come l’Alzheimer, sulle quali gli scienziati si rompono la testa da anni. «Il fatto è che non capiamo ancora che cosa smette di funzionare nelle cellule nervose dei malati», spiega Lawrence Goldstein, un ricercatore dell’Università della California a San Diego. Qualcosa sta però per cambiare secondo Goldstein e gli altri scienziati che ricercano le cause dell’Alzheimer. Anziché sperimentare nuove terapie su ratti e moscerini, a breve potranno verificarne l’efficacia sugli stessi tessuti affetti dal morbo. Senza mettere a rischio la vita dei pazienti.
Cellule staminali pluripotenti indotte
La novità si chiama «cellule staminali pluripotenti indotte», in gergo tecnico le «Ips», ed è stata al centro del congresso mondiale sulle staminali concluso ieri a Madison, nel Wisconsin. «Nel mio laboratorio abbiamo raccolto cellule della pelle di pazienti che manifestano una forma genetica del morbo di Alzheimer e le abbiamo trasformate in provetta in cellule nervose – ha spiegato Goldstein ai 900 scienziati riuniti al summit –: ora vogliamo usarle per sperimentare nuovi farmaci». Quanti embrioni sono stati sacrificati per questa ricerca? Nemmeno uno.
Una scoperta già entrata nella storia
Durante le due giornate del convegno, relatore dopo relatore, tutti si sono confrontati con il semplice fatto espresso in apertura da Goldstein: che in quelle cellule «è presente l’essenza della malattia ». Giunto alla sua quarta edizione, il summit del Wisconsin per la prima volta è stato in larga parte dominato dalla eccezionale scoperta (avvenuta alla fine dello scorso anno nel laboratorio di James Thomson, proprio qui a Madison, e di Shinya Yamanaka, a Kyoto): le cellule adulte della pelle possono essere ricondotte allo stadio embrionale (‘riprogrammate’) e quindi trasformate nei tessuti nei quali vengono impiantate. Ed essendo il «World Stem Cell Summit» non un congresso per soli addetti ai lavori ma un evento aperto a scienziati, pazienti, investitori e filantropi, l’incredibile potenziale della scoperta è stato discusso per la prima volta in una sola sede dal punto di vista medico, etico, politico ed economico.
Si potrà fare a meno della ricerca sugli embrioni?
Molti ricercatori e investitori si sono chiesti se le staminali pluripotenti permetteranno di superare del tutto la necessità di fare ricerca usando embrioni umani e renderanno superflua l’attuale restrizione sull’uso di fondi federali per la ricerca su cellule embrionali voluta da George W. Bush. Altri, come Tim Kamp, condirettore del centro per le cellule staminali e la medicina rigenerativa dell’Università del Wisconsin, continuano invece a considerare le staminali embrionali lo standard con cui la ricerca deve confrontarsi: «Siamo ancora nella fase di comprendere quanto una cellula pluripotente indotta sia simile a una cellula embrionale nella sua capacità di crescere per periodi di tempo prolungati e nella sua abilità di trasformarsi nei diversi tipi di cellule cui siamo interessati », ha detto. Tutti sono però d’accordo che il nuovo protocollo deve avere a disposizione un canale di finanziamento accelerato.
Richiesta di maggiori fondi
«Come dimostra la scoperta dell’équipe di Thomson, gli Stati Uniti hanno un gruppo di ricercatori incredibile – ha detto ancora Kamp –, ma l’Istituto nazionale per la salute deve aumentare i fondi a loro disposizione. Sarebbe anche utile creare un Centro nazionale per la ricerca sulle staminali e la medicina rigenerativa, paragonabile al Centro per la ricerca sul cancro, che gode di fondi pubblici privilegiati ». Bernard Siegel, fondatore del Centro per la politica della genetica della Florida e uno degli organizzatori del summit, spera anche che la Food and Drug Administration – l’agenzia Usa responsabile della sicurezza dei farmaci – regolamenti quanto prima e in modo responsabile il settore. «È fondamentale per evitare una paralisi – dice Siegel –, la mancanza di finanziamenti federali, infatti, ha provocato un forte coinvolgimento dei singoli Stati nel sovvenzionare la ricerca. Ma ogni Stato ha le sue regole. È importante invece che ciascun laboratorio riceva le stesse linee guida da Washington».
L’interesse dell’industria farmaceutica
Al summit erano presenti anche rappresentanti delle società farmaceutiche, come la Baxter e la Pfizer, che hanno messo in evidenza l’interesse dei privati per la sperimentazione di nuovi medicinali su tessuti sviluppati in provetta anziché sui pazienti – un metodo che renderebbe l’approvazione di nuovi farmaci da parte della Food and Drug Administration meno costosa e più veloce. «Penso che la quantità di denaro privato in arrivo nel settore delle staminali, grazie alle scoperte degli ultimi mesi, sia uno dei dati più sorprendenti di questo convegno – ha commentato Siegel –, siamo agli inizi di un’industria che potrebbe raggiungere i 500 miliardi di dollari nei prossimi 10 o 20 anni, e gli investimenti sono già partiti a pieno ritmo». Dal congresso mondiale negli Stati Uniti sulla medicina rigenerativa arriva la conferma: le cellule adulte «riprogrammate» scoperte solo un anno fa sono la frontiera più promettente per la scienza biomedica Con importanti applicazioni cliniche, e senza usare embrioni.